La coltivazione del luppolo è possibile solo in una precisa area compresa fra i 35° e i 55° di latitudine, in entrambi gli emisferi. Perché la pianta vegeti e produca fiori è infatti necessario che ci siano almeno 16/18 ore di luce nel periodo di coltivazione; questo nell’emisfero nord succede nell’intera Europa, in parte dell’Asia e nel Nord America mentre nell’emisfero sud le regioni incluse hanno un’estensione molto minore e cioè parte del Sud America (Argentina, Uruguay), una piccolissima regione del Sud Africa e alcune aree dell’Australia e della Nuova Zelanda.
Le aree tradizionali ed innovative di coltivazione del luppolo
A livello mondiale le aree dove si coltiva la maggior quantità di luppolo sono essenzialmente però quattro: Stati Uniti, Germania, Repubblica Ceca e Cina (in quest’ultimo stato tutta la coltivazione viene però utilizzata totalmente per il consumo interno).
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In Germania il luppolo è coltivato principalmente nella regione agricola dell’Hallertau in Baviera che rappresenta anche la zona di coltivazione principale al mondo e la più antica, ma anche il Tettnang e lo Spalt sono aree che hanno una certa rilevanza.
Uscendo dall’area tedesca meritano una menzione le coltivazioni del Regno Unito, della Repubblica Ceca, della Polonia, della Slovenia, della Francia e della Spagna.
Negli Stati Uniti il luppolo oggi è coltivato in particolare nel Nord-Ovest e soprattutto nella Yakima Valley, che si trova a sud-est di Seattle. La disponibilità di acqua e il diritto al suo utilizzo sono dei fattori fondamentali per lo sviluppo di questa filiera; inoltre Yakima ha anche temperature estive molto elevate che favoriscono alcune varietà di luppolo da amaro.
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Nelle aree dell’Oregon e dell’Idaho il clima invece è meno estremo e le varietà coltivate sono quelle aromatiche.
In alcuni casi si può parlare di effetto terroir del luppolo: questo è stato reso noto verificando che quando certe varietà vengono coltivate in un’altra area di produzione il luppolo acquista qualità organolettiche e profili gustativi differenti rispetto a quando viene invece cresciuto nell’area di origine.
Per quanto riguarda l’Italia la coltivazione complessiva del luppolo è molto modesta (circa 50 ettari), ma negli ultimi tempi si sente sempre di più l’esigenza di utilizzare luppoli locali con l’idea di sviluppare un’area dedicata di almeno 200 ettari, come stimato da Coldiretti.