Luppolo: i principali Paesi produttori

Il luppolo, come bene sanno gli appassionati di birra, è un ingrediente fondamentale nella produzione brassicola. Pur essendo impiegato in dosi limitate, il contributo che apporta a livello organolettico è un’impronta caratterizzante e peculiare.
A livello mondiale, per il solo settore birrario, vengono prodotte ogni anno poco meno di 200.000 tonnellate di infiorescenza secca, a cui corrisponde una superficie coltivata di circa 51.000 ettari.

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Luppoleto in fioritura.

L’Europa è il maggiore produttore a livello mondiale, vanta la tradizione di coltivazione più antica ed ogni Paese si caratterizza per peculiarità varietali e di qualità molto specifiche.
La Germania, in particolare, coltiva poco meno della metà del luppolo da birra dell’intero pianeta: la principale varietà è la cultivar amara Hallertauer Magnum, seguita dalla varietà aromatica Perle (circa 4000 ettari ciascuna). Le richieste del mercato fanno prevede un leggero aumento della produzione di varietà aromatiche, mentre è probabile un calo della produzione delle varietà amare.
In Polonia si contano oltre 800 coltivatori di luppolo, per una superficie agricola che sfiora i 2000 ettari. Non di rado, però, a causa di condizioni metereologiche non favorevoli molti campi sono danneggiati.
La Slovenia si caratterizza come importante produttore di varietà aromatiche, tra cui la principale è la Super Styran Aurora. Gli agricoltori che producono luppolo sono attualmente poco meno di 150 e la superficie media per agricoltore è di circa 10 ettari.

Produzione e superficie coltivata di luppolo in Europa.

In Ucraina, a causa di una scarsa ricettività da parte del mercato delle varietà tradizionali del Paese, le superfici si sono contratte drasticamente negli ultimi anni (riduzione di circa il 30%)
Il Regno Unito dispone di una superficie di 1100 ettari e produce attualmente 1600 tonnellate di luppolo di qualità buona. La produzione di luppolo inglese è sempre più focalizzata su varietà nane, con fusto di sviluppo contenuto. Tali varietà sono sempre più popolari perché riducono i costi delle pratiche colturali, i costi di produzione e nello stesso tempo offrono una maggiore flessibilità produttiva. Le varietà più coltivate sono principalmente Bodicea, First Gold e Sovereign.
In Francia la principale varietà è Tradition (aromatica), coltivata su un totale di 150 ettari circa. La produzione francese, pur essendo di buona qualità, non sempre gode di un alto riconoscimento da parte del mercato.

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Produzione di luppolo da birra a livello globale.

Focalizzando lo sguardo al di fuori del contesto europeo, i principali areali di produzione sono:

  • Stati Uniti: annualmente la produzione si attesta attorno a 30.000 tonnellate, però si è verificata una diminuzione delle superfici coltivate a causa della crisi dei consumi ed il fallimento di alcuni grandi birrifici.
  • Cina: non sono disponibili statistiche precise del mercato; le stime più attendibili indicano una superficie coltivata di circa 6000 ettari e produzione pari a 15.000 tonnellate.
  • Australia: rese limitate e spesso non costanti hanno causato negli ultimi anni una riduzione delle superfici investite a luppolo (meno di 500 ettari). Le varietà principali sono quelle amare (Millennium e Super Orgoglio).

Coni di luppolo a maturità.

In Italia, invece, manca la vocazionalità tradizionale della coltivazine dell’Humulus lupulus. Lo sviluppo di molti birrifici artigianali ha spinto qualche produttore ed alcuni centri di ricerca ad avviare impianti sperimentali, che sembrano fornire buoni risultati qualitativi e quantitativi. Sono necessari però ancora approfondimenti e sperimentazioni in campo per individuare le varietà che meglio si adattano ai micro-climi italiani e la messa a punto dei sistemi di coltivazione e di intervento per la difesa antiparassitaria.

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