Wellington Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Guelph/Canada
Microbirrificio dell’Ontario nel vecchio centro birrario di Guelph. Fu messo su nel 1985 da Phil Gosling intenzionato a produrre commercialmente, per primo nel Nord America, ale con la stessa base, e maturazione in botte, di quelle inglesi tradizionali. Chiaramente si ritrovò subito di fronte a delle spese molto più alte. Non rinunziò comunque al suo intento e affiancò a questa produzione, piuttosto limitata, ale fabbricate in modo classico.
Nel 2000 l’azienda fu rilevata da Mike Stirrup e Doug Dawkins, mantenendo l’originario carattere artigianale.
Per tenere il passo con la domanda di mercato, il birrificio subì diversi ampliamenti, nel 2011, nel 2013 e nel 2015. Mentre, per star dietro alla moda, è andato sempre più diffondendosi il confezionamento in lattina.
Wellington County Brown Ale, brown ale di colore marrone scuro con riflessi rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 5%). La carbonazione è moderata; la schiuma beige, enorme, sottile, spessa, cremosa, di buona tenuta e allacciatura. L’aroma si esprime piuttosto fresco e dolciastro, a base di tostature (malto, noci, pane, cereali), cioccolato fondente, uva passa, caramello, zucchero di canna, caffè, con lieve sottofondo di legno, terra, cuoio, pino, erbe. Il corpo medio ha una consistenza leggermente oleosa. Dopo l’inizio abbastanza dolce, il gusto trova un buon equilibrio amalgamandosi gradualmente con note amare, prima di caffè e malti tostati, poi di un buon luppolo terroso. Una punta di acidità emerge nel finale dal persistente zucchero bruciato. Il retrolfatto, non così lungo, trova comunque il tempo e il modo di imporre la sua amara luppolizzazione.
Wellington Arkell Best Bitter, ordinary bitter ale di un limpido color rame bruciato (g.a. 3,5%). La versione in bottiglia, peraltro filtrata, evidenzia una minor luppolizzazione; quella in fusto invece, è caratterizzata dall’aroma terroso di luppolo. È comunque un prodotto estremamente rinfrescante e presentato come “la birra leggera più saporita prodotta in Ontario”. Con una moderata effervescenza, la schiuma beige sbocca di modeste dimensioni, sottile, spessa, cremosa, ma di rapida dissoluzione e scarsa allacciatura. Malto tostato e caramello dall’accento terroso, noci e nocciole, agrumi ed esteri fruttati, nonché un lieve pepato, sono gli artefici del bouquet olfattivo all’insegna di un luppolo fresco resinoso e floreale. Il corpo tende quasi allo scarno, in una consistenta prettamente acquosa. Nel gusto, l’amaro risulta molto gradevole per l’apporto secco del malto; mentre il fruttato non emerge più di tanto e, a sua volta, l’agrumato ha il compito specifico di erogare una fresca punta di acidità. Il finale, corto e terroso, asciutto ed equilibrato, rivela una certa granulosità, che non tarda a sciogliersi tra le amare sensazioni di scorza d’agrumi dello fuggente retrolfatto.
Wellington IPA, india pale ale di color rame con sfumature arancio e dall’aspetto intorbidato dai lieviti in sospensione (g.a. 5,5%). Con una carbonazione molto mite, la schiuma, di un invitante color caramello, emerge ampia, minuta, solida, cremosa, abbastanza stabile e aderente. Piuttosto elevata, l’intensità olfattiva propone malto caramellato, fieno, pane tostato, pesca, lievito fruttato, zucchero di canna, su fondo un po’ legnoso allestito da resina di pino, agrumi, terra, luppolo floreale. Il corpo medio ha una consistenza decisamente oleosa. Il gusto è indiscutibilmente dominato da resinosi luppoli fruttati e legnosi che, a metà corsa, lasciano ampio spazio alla frutta tropicale dopo un accenno di malto caramellato. L’amaro s’intensifica nella secchezza del finale, sin a provocare una certa astringenza. Le lunghe sensazion retrolfattive non sanno “parlar” d’altro che di resina e pino.
Wellington Imperial Russian Stout, imperial stout di colore marrone scuro, quasi nero, e dall’aspetto opaco (g.a. 8%). La carbonazione è alquanto bassa; la schiuma cachi, grande, sottile, densa, pannosa, di buona ritenzione e allacciatura. Il bouquet olfattivo, ricco e pulito, si rivela subito per un’armoniosa e calda combinazione di malto tostato, fondi di caffè, pane nero, cioccolato, liquirizia, caramello, frutti scuri, toast, vaniglia, panna, melassa, cenere, fumo, catrame, lieve luppolo terroso. Il corpo medio tende al pieno, in una tessitura leggermente cremosa. Il gusto dolce di malto, con note di caffè e cioccolato, scivola con discrezione, mostrando però tutto il suo carattere, forte ed equilbrato; intanto che l’alcol accompagna la bevuta passo dopo passo, apportando, sì, un “bel” calore, ma non andando mai oltre le righe. Verso il finale spunta il luppolo, che secca il palato col suo gradevole amarognolo. Amarognolo, che investe le lunghe suggestioni retrolfattive con una “casacca” diversa, quella delle tostature e di un acre affumicamento.