Pavichevich Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Chicago, Illinois/USA
Microbirrificio nato, nel sobborgo di Elmhurst a Chicago nel 1986, solo sulla carta, perché la produzione iniziò due anni dopo. Kenneth Pavichevich, prima ufficiale di polizia, poi alle dipendenze di una compagnia petrolifera, intendeva far le cose perbene. Portandosi dietro il mastro birraio Douglas Babcook, girò per la Germania, l’Austria, la Repubblica Ceca, a contatto diretto con i produttori di quelle birre che aveva scoperto in precedenza, quando l’Europa era stata la sua terra di lavoro.
Nacque così la Baderbräu, in conformità al Reinheitsgebot e utilizzando recipienti di rame su fiamma diretta. A dir di Michael Jackson, era la migliore pilsner americana.
Purtroppo, nel 1997 la Pavichevich Brewing Company dichiarò bancarotta. Il marchio fu acquistato dalla società d’investimento Prairie Associates che lo vendette alla rivale Goose Island. Nel 2002 il marchio Baderbräu fu sostituito con Golden Goose Pils.
Nel 2010 l’imprenditore Rob Sama rilevò il marchio Baderbräu e, con l’aiuto di Douglas Babcook, creò la Baderbräu Brewing Company. Nel 2016 nasceva un nuovo birrificio nel South Side di Chicago.
Baderbräu Chicago Pilsener, pilsner di colore oro intenso tendende all’ambra e dall’aspetto nebuloso (g.a. 4,8%). Utilizza malti statunitensi, luppolo ceco e tedesco, un ceppo di lievito europeo. Ispirata allo stile originale di Pilsen, risulta ovviamente soltanto una pregevole imitazione, non possedendo la stessa complessità e l’identico corpo. Può comunque contare sull’attraente profumo floreale del luppolo con un tocco dolce di malto. Non si rivela da meno al palato, donando un sapore equilibrato che sbocca nel finale amarognolo e secco. La carbonazione è forte; la schiuma bianca, enorme, soffice, si dissipa lentamente lasciando una buona allacciatura al bicchiere. Il corpo, più leggero che medio, ha una consistenza tipicamente acquosa. Qualche impressione piccante esala dallo sfuggente retrolfatto.