Jolly Pumpkin Artisan Ales

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Dexter, Michigan/USA
Oggi la Jolly Pumpkin Artisan Ales fa parte della Northern United Brewing Company, una compagnia fondata da Ron Jeffries insieme a Jon Carlson e Greg Lobdell, proprietari della Grizzly Peak, e a Mike Hall. I prodotti sono costituiti dalle birre di Grizzly Peak e North Peak e dai distillati del marchio Civilized. Mentre le specialità Jolly Pumpkin si possono gustare nel ristorante-brewpub di Traverse City, al Jolly Pumpkin Café & Brewery di Ann Arbor, al birrificio di Dexter (nuova location di 6500 metri quadrati inaugurata nel 2014) e all’ultimo brewpub nato a Detroit.
Ma andiamo alle origini. Dopo anni di homebrewing, Ron Jeffries, a metà degli anni Novanta, iniziò a fare il birraio nei brewpub della famiglia Schelde. Alla fine, nel 2004, insieme alla moglie, Laurie, aprì a Ann Arbor, negli ex locali di una banca, la Jolly Pumpkin Artisan Ales. Pumpkin è un chiaro riferimento alla zucca sorridente che simboleggia l’amatissimo Halloween.
Innamorato delle birre belghe, in particolare delle rustiche farmhouse ale e delle fermentazioni spontanee, Ron debuttò con la Oro de Calabaza, che vinse subito l’oro nella categoria “Belgian and French Style Ale” al Great American Beer Festival. Ma si scontrò col gusto di tanti clienti, che scambiarono l’influenza dei lieviti selvaggi per l’inacidimento di una birra andata a male.
La fermentazione delle birre Jolly Pumpkin avviene con il particolare lievito della casa. I batteri e i lieviti selvaggi vengono introdotti attraverso il sistema di aerazione che di notte fa circolare l’aria fresca proveniente dall’esterno sui fermentatori aperti. La maturazione in botte, a seconda dei casi, dura da alcune settimane a diversi anni. Parrecchie delle botti utilizzate sono quelle esauste della Firestone Walker, dal profilo pulito, quindi ideali per la propagazione dei lieviti selvaggi.
Le splendide etichette sono opera dell’illustratore Adam B. Forman.
Jolly Pumpkin Bam Biere, saison di colore arancio dorato e dall’aspetto intorbidito (g.a. 4,5%); condizionata in bottiglia. È dedicata al cane di Ron (raffigurato in etichetta), un Jack Russell investito da un’auto mentre attraversava la strada. Lanciata nel 2005, divenne nel tempo una delle birre di maggior successo della casa. Si tratta, secondo il produttore, di una farmhouse ale autentica, dalla gradazione alcolica contenuta, in modo da poter essere bevuta dai contadini per dissetarsi durante il duro lavoro dei campi. La carbonazione è alquanto spinta; la spuma, grossolana e di rapida dissoluzione. L’aroma si libera piuttosto aspro, nei suoi sentori di yogurt, acido lattico, sudore, legno, cantina. Il corpo tende al sottile, in una consistenza tra oleosa e acquosa. Il gusto è leggermente acido, con note di agrumi, erbe aromatiche, aceto di mele, lievito fruttato, coriandolo. La lunga corsa termina con l’amaro dell’acido lattico e l’acre della scorza di limone. Nella discreta persistenza del retrolfatto si esalta il luppolo, ma con discrezione, encomiabile eleganza.
Jolly Pumpkin Luciernaga (The Firefly), belgian ale di colore arancione e dall’aspetto nebuloso (g.a. 6,5%). La Luciernaga o The Firefly, ossia “la lucciola”, è rappresentata in etichetta sotto le sembianze di una lanterna a forma di fiore di luppolo. Si tratta di una produzione stagionale, disponibile da giugno in poi; costituita da un blend di due diverse farmhouse/belgian ale invecchiate per alcuni mesi in botti di legno. Con un’effervescenza abbastanza contenuta, la schiuma bianca si leva abbondante e di eccellente durata. Profumi floreali, di quercia, coriandolo, grani del paradiso, polpa d’arancia, lievito fresco, mela, luppolo erbaceo, allestiscono un bouquet di elevata intensità e finezza attraente. Il corpo, da medio a pieno, ha una trama grassa tendente all’acquosa. Il gusto si esprime con un equilibrato mix di note: lattiche dei lieviti selvaggi, aspre degli agrumi, amare del luppolo terroso. Il finale è abbastanza asciutto e perfettamente pulito. Le lunghe suggestioni del retrolfatto risultano tanniche e speziate.