Brasserie Sainte-Colombe

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Sainte-Colombe/Francia
Birrificio in località La Landelle, in un piccolo comune della Bretagna. Fu qui che, nel 1996, l’olandese Gonny Keizer decise di stabilirsi per aprire un birricifio, risultando quindi la prima donna mastro birraio in terra francese dalla rinascita di queste microunità brassicole.
Nel 2000 fu raggiunta dal marito Henri Everts, anche lui birraio. Due anni dopo si trasferì in una location più adeguata, installando un impianto da 10 ettolitri. Ne 2006 si dotò anche di una linea d’imbottigliamento e assunse l’emergente mastro birraio Pierrick Clavier.
Oggi Sainte-Colombe produce 1400 ettolitri all’anno. Le birre, solo di fermentazione alta, non filtrate, non pastorizzate e con costante rifermentazione in bottiglia, dal 2003 hanno ottenuto diversi premi al Concours Général Agricole di Parigi.
Sainte Colombe Bière Ambrée, amber ale di colore ambrato e dall’aspetto opalescente (g.a. 6%); prodotta tutto l’anno. Con una media effervescenza, la schiuma ocra, piuttosto grossolana però cremosa, non dura più di tanto ma lascia un bel pizzo al bicchiere. L’aroma si diffonde dolce e delicato, a base di malto tostato, caramello, zucchero di canna, melassa, pane, miele d’acacia, lievito, frutta a polpa bianca; e con sentori di fondo sottilmente floreali e speziati. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza parecchio acquosa. Il gusto si destreggia abilmente tra note dolci di malto e caramello, acidule e fruttate (frutti di bosco), vanigliate e speziate, ossidate e terrose, amare di luppolo e tostature. Nel corto finale il tostato e l’erbaceo si fondono con uno stuzzicante piccantino dall’accento amarognolo. Nella sua discreta persistenza, il retrolfatto rilascia dolciastre impressioni caramellate per nulla sgradevoli, anzi.
Sainte Colombe Bière d’Hiver, belgian stron dark ale di colore marrone con riflessi rossi e dall’aspetto torbido (g.a. 8%). È una birra tipicamente invernale, prodotta da ottobre ad aprile. Elaborata in stile abbaziale, utilizza 14 spezie e rifermenta in bottiglia con aggiunta di miele. La carbonazione è relativamente spinta; la schiuma beige, fine, cremosa, non abbondante e tanto meno resistente. Malto e caramello, miele e zucchero muscovado, caffè e cioccolato, pane tostato e frutta matura, lievito e luppolo floreale, col fervore di cannella, zenzero, coriandolo, scorza di arancia amara, allestiscono un bouquet olfattivo di elevata intensità e finezza attraente. Il corpo medio incontra qualche difficoltà nella sua tendenza alla leggerezza per via della consistenza un po’ appiccicosa. Il gusto si distende delicato e vigoroso, insieme, gradevolmente dolce e leggermente speziato, tra note di frutti rossi e caramello, miele e arancia candita, toffee e liquirizia, al calore di un etanolo che sa egregiamente riscaldare senza infastidire. È ancora l’alcol che si assume l’onere di asciugare con grazia la bocca nel finale. Mentre persistenti impressioni di agrumi rendono il retrolfatto piacevolmente amarognolo.