Sleeman Breweries

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Guelph/Canada
John H. Sleeman aveva 29 anni quando, dalla Cornovaglia, arrivò in America nel 1834. E, il suo, era un cognome nuovo, risalente al 1800, quando gli Slyman avevano deciso di abbandonare la vita di pirati per fare i birrai senza licenza.
Si stabilì a St. David, nell’Upper Canada (oggi Ontario), dove due anni dopo fondò la Stamford Spring Brewery.
Nel 1845 passò a produrre birra a Lockport (nello stato di New York).
Due anni dopo vendette la Stamford Spring Brewery e si trasferì a Guelph, dove prese in affitto la Hodgert’s Brewery che però, nel 1850, fu venduta.
Allora, sempre a Guelph, John aprì, la Silver Creek Brewery che, con l’ingresso del figlio George nel 1862, prese il nome di Sleeman and Son.
Nel 1867 Jonh si ritirò lasciando il figlio come unico proprietario.
George che, nel 1877 aveva combattuto e vinto i proibizionisti, fu eletto sindaco dal 1880 al 1882 e dal 1905 al 1906.
Nel 1898 il figlio George jr., entrato in azienda come apprendista, scrisse il libro di ricette di birra di famiglia. Incorporò quindi, nel 1900, la Sleeman Brewing and Malting e, nel 1903, aprì una seconda azienda, Spring Bank Beverages.
Durante il proibizionismo (1921-1933), si risvegliò l’istinto degli Slyman, e, tramite accordi con contrabbandieri e gangster (in primis, Al Capone), la birra Sleeman arrivava tranquillamente negli Stati Uniti. Ma, nel 1933, gli Sleeman, accusati di contrabbando ed evasione fiscale, si videro sospesa la licenza di birrificazione per ben 50 anni.
Solo nel 1988 il pronipote di John H. Sleeman, John Warren Sleeman, acquistato dalla zia Florian il libro di ricette di birra di famiglia e, con il sostegno della Stroh Brewery Company, nonché un prestito di una banca di Detroit, incorporò la nuova Sleeman Brewing and Malting Co. a Guelph e riprese la produzione.
Seguirono gli acquisti: Okanagan Spring Brewery, nella British Columbia (1996); Upper Canada Brewing Company, nell’Ontario (1998); Unibroue, nel Quebec (2004).
Mentre, nel 1999 erano stati acquistati i diritti di distribuzione dei marchi Stroh in Canada; e nel 2002 era cominciata la produzione a contratto della birra Sapporo per la maggior parte dei mercati di esportazione del Giappone.
Ma ecco che, nel 2006, la Sleeman Brewing and Malting Company veniva rilevata dalla Sapporo e, nel 2015, diventava Sleeman Breweries.
Sleeman Cream Ale, cream ale di colore dorato pallido (g.a. 5%). Elaborata secondo la ricetta creata nel 1898 da George jr. con l’intento di combinare il gusto tedesco, rinfrescante, con quello inglese, tutto particolare, mantenendo ciascuno la propria identità. Con una generosa effervescenza, la schiuma bianca erompe fine, compatta, cremosa, di scarsa allacciatura ma di buona durata. L’aroma si libera piuttosto debole, comunque con ammirevole equilibrio tra i sentori del malto e quelli floreali e speziati del luppolo. Il corpo medio ha una consistenza leggermente oleosa. Dopo un breve attacco amabile, il gusto va assumendo via via note fruttate e asprigne. Il finale arriva perfettamente pulito e asciutto, a tutto vantaggio dello sfuggente retrolfatto in cui le impressioni floreali diventano più dolci.
Sleeman Original Dark, amber ale di colore rosso rubino (g.a. 5,5%). La carbonazione è abbastanza contenuta; la schiuma crema, sottile, densa, pannosa, piuttosto durevole e aderente. Malto, uva passa, caramello, pane tostato, frutta secca, erba, fieno, gesso, zucchero scuro, allestiscono un bouquet olfattivo di gradevole finezza che lascia spirare dal sottofondo i tenui sentori di alcol e di cannella. Il corpo medio presenta una tessitura alquanto acquosa. L’ottima combinazione di malti tostati e luppoli aromatici inglesi dà vita a un intenso, piacevole, gusto che si snoda tra note dolci e fruttate, amare e acide. Nel finale si sviluppa una secchezza più terrosa che erbacea. Un retrolfatto amarognolo sovrappone alle sensazioni luppolizzate un croccante malto tostato.
Sleeman Silver Creek Lager, lager di colore oro molto pallido (g.a. 5%). Con una media effervescenza, la schiuma bianca erompe sottile, compatta, cremosa, ma non così duratura. Un malto dolciastro e granuloso s’impone subito all’olfatto, mentre un debole luppolo amaro accetta passivamente il ruolo di deuteragonista; e non mancano accenni di erba, foglie, limone, grano leggermente tostato, zucchero grezzo, sciroppo di mais. Il corpo medio tende al leggero, in una squisita consistenza acquosa. Nel gusto, la morbidezza del cereale è invece suggestionata dal tenue amarore del rampicante; e il compromesso si rende vieppiù indispensabile, sino al raggiungimento di un accettabile equilibrio. La sensazione di asciuttezza rimasta per l’intera corsa nascosta in sottofondo emerge con compostezza nella discreta lunghezza del finale. E nello sfuggente retrolfatto rimane qualche sensazione di resina alquanto astringente.