Rye River Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Celbridge/Irlanda
Microfirrificio, nella contea di Kildare, aperto nel 2013.
Fu opera di Nial Phelan (proveniente dalla Molson Coors), Alan Wolfe (anche lui proveniente dalla Molson Coors, ma con diversi anni di lavoro anche presso la Guinness/Diageo) e Torn Cronin (con esperienza nell’avviamento e nella gestione di pub e bar in Irlanda e negli Stati Uniti).
Alla fine del 2017 il capobirraio Alex Lawes e Alan Wolfe decisero di utilizzare lo spazio di fermentazione disponibile presso la Rye River e aprirono il birrificio Whiplash (che vuol dire “colpo di frusta”). Sicché Alex Lawes venne sostituito dall’americano Bill Laukitis, entrato alla Rye River nel 2014 come assistente birraio.
Con un impianto da 25 ettolitri, la Rye River ebbe una rapida crescita, e nel 2016 già “sfornava” 20 mila ettolitri di birra all’anno. Da annotare che l’acqua viene purificata con il sistema dell’osmosi inversa (o iperfiltrazione).
La produzione è articolata in quattro marchi: McGargles, un omaggio alla prima famiglia di birrai di Celbridge che nel 1709 fondò la fabbrica di birra di James Carberry; Solas, destinato al gruppo di distribuzione britannico Tesco; Grafters, per la catena multinazionale irlandese Dunnes Stores; The Crafty Brewing Company.
All’inizio del 2018 fu lanciato il marchio di birre stagionali Rye River in edizione limitata. La prima birra, Rye River Belgian Imperial Stout, fu presentata alla Alltech Craft Brews & Food Fair, fiera presso il Centro Congressi di Dublino.
Il birrificio agisce anche come centro di distribuzione dei marchi Bavaria e San Miguel.
McGargles Cousin Rosie’s Pale Ale, american pale ale di colore oro tendente all’ambra e dall’aspetto a malapena velato (g.a. 4,8%). Utilizza due tipi di malto (Monaco e Crystal) e tre varietà di luppolo statunitense (Chinook, Amarillo e Summit). La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma biancastra, fine, compatta, cremosa, abbastanza stabile. Su fondo caramellato, l’aroma si libera fresco ed elegante, con pompelmo, malto fruttato, polpa d’arancia, erbe, pesca, resina di pino, pane, tè, luppolo agrumato. Il corpo, medio-leggero, ha una briosa consistenza acquosa. All’imbocco, il gusto propone note dolci di caramello, cereali, malto biscotto; si attenua quindi con la frutta tropicale; riprende a spron batturo la corsa di media durata sotto l’egida amara di erbe e scorza d’agrume. Il corto finale fa in tempo ad asciugare il palato. Nel retrolfatto ritornano le erbe e la scorza d’agrume con qualche sfumatura terrosa.
Grafters IPA, india pale ale di colore dorato con riflesst arancio e dall’aspetto alquanto confuso (g.a. 6,5%); tipica IPA della West Coast. Oltre allo statunitense Cascade, utilizza il luppolo australiano Vic Secret. Con una media effervescenza, la schiuma bianca si alza ricca, compatta, cremosa, tenace. L’olfatto presenta intensità, freschezza e pulizia: ai profumi agrumati di arancia e pompelmo si uniscono armonicamente quelli erbacei, tropicali e resinosi; mentre, dal sottofondo, spirano con una certa timidezza sentori di caramello, esteri, crosta di pane. Il corpo medio ha una consistenza alquanto oleosa, comunque scorrevolissima. Malto biscotto e caramello, supportati dalla marmellata d’agrumi, fanno da alveo sicuro per lo scorrere morbido e vivace, insieme, delle note agrumate e resinose dell’ottima luppolizzazione. Nella secchezza del finale l’amaro s’intensifica; ma, con la sua discreta persistenza, il retrolfatto sa togliere l’asprezza che cominciava a pizzicare la gola lasciando gradevoli sensazioni amarognole di luppolo agrumato.