Privatbrauerei Wittingen

Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Wittingen/Germania
Uno dei più antichi birrifici privati tedeschi, si trova nella Bassa Sassonia. La sua esistenza è documentata fin dal 1429. L’appartenenza invece alla famiglia Stackmann cessò nel 1938 quando, con la morte di Ernst, tramite la nipote adottiva Ursula subentrò la famiglia Schulz-Hausbrand di Waddelath, che ne detiene tuttora la proprietà, con Christian.
Intanto, tra il 1908 e il 1909, per potersi espandere, l’azienda si era spostata dal centro cittadino.
Fin agli anni ’60 furono prodotte principalmente birre da esportazione, in linea con il gusto dell’epoca. Poi prese piede la pilsner che continua a farsi la parte del leone nella regione.
Dal 2004 il birrificio è sponsor premium di Grizzly Adams Wolfsburg.
Il 20 ottobre del 2010 rilevò la Privatbrauerei Herrenhausen di Hannover, fondata nel 1868 e finita in procedura giudiziaria d’insolvenza.
Oggi la produzione, tipicamente tedesca, rasenta i 450 mila ettolitri di birra all’anno. La distribuzione avviene nel Nord del Paese, in un raggio di 150 chilometri; mentre un’apposita sezione provvede alla spedizione in tutta la Germania.
Wittinger 1429 – Das Original, premium lager di un limpido colore dorato chiaro (g.a. 5,6%). Birra molto popolare, è stata sviluppata sulla vecchia ricetta del 1429. Con una media effervescenza, la grande schiuma bianca si alza fine, cremosa, compatta, di buona stabilità e allacciatura. L’aroma mostra una certa dolcezza nella sua granulosità maltata e caramellata, con insufflazioni di pane, sciroppo, cereali; mentre dal sottofondo esala qualche spunto di tostature, fieno, luppolo erbaceo, anche di cartone. Il corpo medio cerca di rendersi più leggero tramite una consistenza decisamente acquosa. La delicatezza del gusto è una piacevole espressione di note erbacee e floreali che rilasciano un amarore quasi neutro per combinare adeguatamente con quelle di paglia, caramello, sciroppo, grano. Il percorso, di media durata, si esaurisce in buona asciuttezza ripulente; e agevola l’entrata di gradevolissime sensazioni amarognole proveniente dal miele d’acacia.
Wittinger Premium, pilsner di un brillante colore dorato chiaro (g.a. 4,9%). La carbonazione è piuttosto decisa; la schiuma bianca, grande, soffice, cremosa, di notevole stabilità e aderenza. L’aroma si libera alquanto granuloso, anche dolciastro, e con qualche spunto burroso e speziato: una miscellanea organica di malto, frutta, paglia, grano, pasta per biscotti e, appena più in là, fieno, erbe di campo, luppolo polveroso, acredine da tostature. Il corpo medio può tranquillamente affidarsi a una buona consistenza acquosa. Anche il gusto inizia con un maltato granuloso; si intrattiene poi abbastanza in una moderata secchezza con amaro neutro; sfocia infine in una chiusura resinosa ai limiti dell’astringenza. Da parte sua, il corto retrolfatto si rivela gessoso e piacevolmente luppolizzato alle erbe.
Wittinger Doppelbock, doppelbock di color rame chiaro e dall’aspetto lievemente offuscato (g.a. 8%). Con una media effervescenza, la schiuma biancastra, fine, cremosa, non ha lunga durata. L’aroma sa essere gradevole, addirittura coinvolgente, pur con pochi ma decisi elementi: malti delicatamente arrostiti, caramello, frutti di bosco, fieno, zucchero candito; mentre il fondo erbaceo, vinoso e di luppolo floreale sembra rimanere alla finestra. Il corpo medio si propone in una consistenza abbastanza oleosa. Con un sottotono etilico asciutto, e il supporto di esteri, terrosità, luppolo speziato, chiodi di garofano, il gusto può esprimersi a proprio agio: l’inizio granuloso di malto scivola pian piano tra note di banana, caramello, sciroppo, lievito, pane, liquirizia. La corsa, tra media e lunga, si chiude con una secchezza leggermednte amara. Soltanto nell’articolato retrolfatto si avverte un discreto bruciore alcolico, che infervora sensazioni erbacee di luppolo e di cioccolato amaro, ma anche di malto tostato e di uno scalpitante caramello bruciato.