Pott’s Brauerei

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Oelde/Germania
Birrifio, nella Renania Settentrionale-Westfalia, fondato nel 1769 da Franz Arnold Feldmann. Nel 1851 la figlia, Theresia Elisabeth Bernhardina, sposò l’oste Bernhard Pott, e la proprietà passò ai Pott.
Nel 1996, al casello autostradale di Oelde, iniziò la costruzione del Pott’s Naturpark-Brauerei, cui tenne dietro, nel 1999, Brauereigasthofes Pott’s Brau-und Backhaus (“fabbrica di birra e prodotti da forno di Pott”). Infine, nel 2003, fu annesso il Georg-Lechner-Biermuseum.
Sempre nelle mani della famiglia Pott (dal 2011 con Jörg, della settima generazione), il birrificio continua a proporre i suoi prodotti in tozze bottiglie, basse e panciute, con tappo meccanico.
Pott’s Alt Pott’s Landbier, landbier di colore ambra/mogano (g.a. 4,8%). Con una carbonazione da media a bassa, la spuma, di un beige chiaro, esce finissima, soffice, di buona ritenzione e sufficiente allacciatura. Al naso si concede un generoso quanto delicato profumo di malto dolce che, ovviamente, non ci pensa lontanamente, a contrastare i sentori terrosi, di luppolo speziato e floreale, di frutta secca, lievito, erbe, cereali, fieno. Il corpo, piuttosto debole, presenta una tessitura oleosa, anche un po’ untuosa. Anche nel gusto s’impone il malto, leggermente caramellato; ma qui deve fare i conti con un energico luppolo erbaceo, che non intende comunque prevaricare, soltanto tenere in piedi un decente equilibrio. Nel finale si avverte tutta la consistenza secca del rampicante che non esita, nella sfuggente persistenza retrolfattiva, a esalare amare impressioni erbacee di fresca aromaticità.
Pott’s Pilsener, pilsner di colore giallo dorato (g.a. 4,8%); conosciuta anche come Pötje Pilsener. Con una vivace effervescenza, la schiuma bianca erompe fine, densa, cremosa, durevole. L’aroma è fresco e pungente di luppolo floreale ed erbaceo, con fievoli richiami fruttati, di malto, fieno, paglia, agrumi. Il corpo, da sottile a medio, ha una tessitura tipicamente acquosa. Il gusto si snoda secco e delicatamente luppolizzato, ammorbidito peraltro dal solido fondo di malto. Nel finale l’amaro diventa un po’ metallico; ma riprende appieno la propria consistenza naturale nello sfuggente retrolfatto resinoso di luppolo.