Okanagan Spring Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Vernon/Canada
Uno dei primi microbirrifici della Columbia Britannica, avviato nel 1985 dagli immigrati tedeschi Jakob Tobler e Buko von Krosigk. Da annotare che il nonno di Buko aveva dato il suo contributo alla costruzione in Cina della Tsingtao Brewery.
Inizialmente, la produzione rimase circoscritta alla bassa fermentazione. Presto però la tipica azienda artigianale si rese conto delle potenzialità emergenti delle ale speciali e si allontanò sempre più dal mercato di massa. Ebbe così inizio il suo successo che, con una crescita costante, attirò le attenzioni della Sleeman Breweries di Guelph, nell’Ontario.
Diventata, nel 1996, una filiale della Sleeman, la Okanagan Spring mantenne la propria produzione. Anzi fu dirottata nel suo stabilimento anche quella della Shaftebury Brewing Company, di Vancouver, rilevata nel 1999 dalla solita Sleeman.
Infine, con l’acquisto della Sleeman, nel 2006, da parte della Sapporo, anche la Okanagan Spring divenne “giapponese”.
Okanagan Spring Premium Lager, lager di colore paglierino chiaro (g.a. 5%). Con una carbonazione leggera e costante, la schiuma bianca sbocca sottile, densa, ma non ha lunga durata. L’aroma si libera molto delicato, un po’ granuloso e con una certa dolcezza cremosa, a base di malto, fieno, polpa di agrumi, pane, mais, biscotti, e un labile soffio di luppolo piccante. Il corpo tende al sottile, in una consistenza schiettamente acquosa. Il gusto mostra un discreto equilibrio, con i suoi componenti che sanno amalgamarsi facilmente, rinunziando alla propria individualità per amore della causa comune. E stiamo parlando di malto, frutta, pasta di pane, miele, da una parte e dall’altra, erbe aromatiche, resina di pino, luppolo fiorito. Il finale si propone pulito e sottilmente amaro, con persistenza di frutta acerba. Il retrolfatto invece reca una certa dolcezza di malto come avvolta nella secchezza della paglia.
Okanagan Spring Porter, baltic porter di colore marrone scuro, quasi nero, con riflessi rubino e dall’aspetto non del tutto opaco (g.a. 8,5%); un’offerta invernale. La carbonazione è mediobassa; la schiuma, di un invitante caramello, enorme, cremosa, ma di rapida dissoluzione, anche se lascia un bel pizzo al vetro. L’aroma si schiude tra caldi toni tostati (malto, caffè, melassa, cioccolato, toffee, caramello) e con sentori di frutta (secca, scura, matura), nonché un alito di anice. Il corpo, medio-pieno, presenta una “bella” trama cremosa. Il gusto, per quanto pieno e vigoroso, attacca garbatamente il palato, esprimendosi con note di malto torrefatto, nocciola, fondi di caffè, frutta scura, liquirizia, polvere di cacao, luppolo sottilmente piccante. E, mentre l’alcol si tiene ben nascosto, le tostature sanno come erogare quella rinfrescante punta di acidità che rende scorrevole, briosa, piacevole, la bevuta. Il finale arriva secco, compiutamente pulito e dal sapore di malto dolce. Lievito, alcol e luppolo amaro caratterizzano le lunghe sensazioni del retrolfatto.