New Belgium Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Fort Collins, Colorado/USA
Nel 1986 Jeff Lebesch, giovane ingegnere e homebrewer, durante un giro per l’Europa con la sua mountain bike, rimase affascinato dalle birre belghe che aveva avuto modo di conoscere in un bar di Bruges. Tornato in patria, ne iniziò la produzione, chiaramente a livello amatoriale.
Fort Collins non è una metropoli, ma può contare nel suo comprensorio otto birrifici, tra cui lo stabilimento gigantesco della Anheuser-Busch. Eppure le nuove birre, tra le prime negli Stati Uniti in stile belga, ottennero un tale apprezzamento che nel 1991 Jeff Lebesch decise di aprire una piccola attività, insieme alla moglie, Kim Jordan, nella cantina di casa.
In capo a un anno, per poter ampliare il mercato, l’attività fu trasferita in un ex casotto della ferrovia. Si aggregò quindi un socio, Brian Calahan; e, nel 1995, venne costruito uno stabilimento di sana pianta, progettato dai proprietari stessi. Una vera e propria fabbrica futurista, che utilizza esclusivamente l’energia eolica; e, ovvio, inestimabile prototipo per piccole e medie imprese del settore. Insomma la New Belgium era diventata un celebre microbirrificio americano.
Nel 2014 fu costruito un secondo stabilimento, a Asheville (nella Carolina del Nord).
Oggi, con una produzione di circa un milione di barili all’anno e la distribuzione a livello nazionale, la New Belgium Brewing Company risulta il quarto più grande birrificio artigianale e l’ottavo più grande negli Stati Uniti. Come pure è uno dei maggiori produttori americani di birra acida invecchiata in legno.
La Fat Tire, uno dei primi successi, riporta in etichetta la bicicletta del fondatore che aveva peraltro tal nomignolo. Sicché la mountain bike è rimasta uno dei simboli dell’azienda, e viene anche regalata a ogni dipendente dopo un anno di lavoro.
New Belgium Fat Tire, amber ale di colore ambrato (g.a. 5,2%). Non pastorizzata né filtrata, presenta l’aspetto leggermente velato per i fondi di lievito. La carbonazione è abbastanza bassa; la schiuma bianchiccia, fine, spessa, di sufficiente durata e con qualche allacciatura. L’aroma si esprime con buona pulizia e una certa eleganza, a base di malto dolce, caramello, lievito, bacche rosse, pane tostato, frutta, erbe, agrumi, spezie delicate. Il corpo, da medio a leggero, ha una consistenza pressoché cremosa. Malto tostato, biscotti, miele, caramello, si dipanano in perfetto equilibrio gustativo con la freschezza di un luppolo fruttato piacevolmente amaro. Il finale, brusco, corto e asciutto, introduce un retrolfatto che, durante la sua discreta persistenza, esala impressioni agrodolci, di grano, orzo, resina di pino.
New Belgium Abbey Dubbel, abbazia dubbel di colore marrone rossastro e dall’aspetto intorbidato dalla presenza dei lieviti (g.a. 7%); rifermentata in bottiglia. La pluripremiata birra della casa, viene prodotta con sei tipi di malto e autentico lievito belga. Con una media effervescenza, la spuma, di un invitante caramello, fuoriesce ricca e cremosa, creando una bella allacciatura sul vetro nel corso della lunga durata. L’olfatto è dominato dal malto tostato con naturale insufflazione di melassa; in secondo piano, si susseguono, senza soluzione di continuità, sentori di ananas e banana, prugna e uva passa, bacche mature e frutti di bosco, miele e zucchero di canna, terra e fumo, luppolo floreale e caramello quasi bruciato, chiodi di garofano ed esteri fruttati di lievito belga. Il corpo, da medio a pesante, ha una trama fra cremosa e oleosa alquanto appiccicosa. Tutti gli elementi aromatici ritornano nel gusto, che defluisce con una certa dolcezza, però mai stucchevole; così come l’alcol non si nasconde ma non è per nulla invadente. Il finale si presenta estremamente morbido, nella sua consistenza speziata abbastanza gradevole. Il retrolfatto luppolizzato, asprigno e secco, sa di un amarognolo leggermente bruciato.
New Belgium Porch Swing Single, belgian ale di un bel colore limpido rame/oro (g.a. 5,2%). Con una carbonazione media, la spuma bianca sgorga densa, compatta e duratura. L’olfatto si apre debolmente fruttato, quasi a voler consentire agli altri elementi (malto, erbe, grano, semi di coriandolo, cracker, lievito belga, toast, luppolo floreale, chiodi di garofano) di esprimere in piena libertà il loro sinergismo aromatico. Il corpo, medio-leggero, ha una tessitura cremosa alquanto appiccicosa. Il gusto defluisce un po’ dolce e abbastanza piccante, con ottimo bilanciamento tra cereale e amaricante, e il generoso supporto di note erbacee, granulose, fruttate. Il finale di luppolo si rivela secco e dall’accento agrumato. Un lieve residuo di amarore/asprezza indugia piacevolmente nel retrolfatto. Per le proprietà dissetanti e ristoratrici, questa birra si propone come prodotto squisitamente estivo.