Mitchell’s Knysna Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Knysna/Repubblica Sudafricana
Il secondo più grande birrificio del Paese, nella provincia del Capo Occidentale. Fu fondato nel 1983, nell’edificio della Thesen House, da Lex Mitchell, ex birraio della SAB con evidenti origini scozzesi. Suo nonno infatti, Alexander Angus Mitchell, era arrivato dal Perthshire con il reggimento Black Watch alla fine del secolo XIX (durante la guerra anglo-boera che si protrasse fino al 1902), per poi rimanere in Sudafrica.
Al primo microbirrificio di modello europeo in Africa, seguì l’apertura di due Mitchell’s Pub, a Johannesburg e a Città del Capo.
Dal 1998 al 2011 il birrificio cambiò diversi proprietari. Oggi appartiene a Dave McRae, mastro birraio dal 1985.
Le birre, non filtrate né pastorizzate, sono interpretazioni di stili europei dalla chiara tendenza alla riscoperta della loro autenticità. Si tratta dunque di prodotti solidi e morbidi, insieme, nonché ricchi di malto.
Mitchell’s Bosun’s Best Bitter, bitter ale di colore dorato vivido e dall’aspetto torbido (g.a. 3,6%). La prima real ale prodotta in Sudafrica, e modellata sulla linea dello Yorkshire, è disponibile alla spina nella maggior parte dei locali nell’area di Knysna. La carbonazione è da leggera a media; la schiuma, bianchissima, cremosa, di eccellente allacciatura. L’aroma si esprime tenue ma pulito, con sentori fruttati, agrumati, floreali, che enfatizzano il caramello. Il corpo, piuttosto leggero, ha anche una consistenza parecchio acquosa. Una lieve nota floreale cerca d’inserirsi nell’ottima combinazione gustativa raggiunta dal cereale e dal rampicante fin dall’inizio; ma, prima del traguardo, viene fagocitata da un morbido, fresco, acidulo di resina. L’esuberante finale, secco e aspro, introduce un corto retrolfatto amaro.
Mitchell’s Forester’s Draught, lager tipo pilsner di colore dorato sfumato e dall’aspetto intorbidito (g.a. 3,6%). Presenta una corposità maggiore rispetto alla Bosun’s Best Bitter. Con una media effervescenza, si forma una schiuma bianca sottile, cremosa, ma di rapida dissoluzione. L’aroma è piuttosto dominato dal malto, anche se non faticano più di tanto a emergere sentori di miele, lievito, erba, agrumi, melone, pane, fieno, luppolo speziato. Il corpo leggero ha una consistenza prettamente acquosa. Il gusto, con una solida spina dorsale di malto, defluisce, all’inizio dolce e delicato, quindi morbidamente fruttato, infine di un delicato amarore avvolto in una secchezza ripulente e rinfrescante. Anche il retrolfatto si rivela asciutto, croccante, ricco di lievito.
Mitchell’s Knysna Raven Stout, stout di colore marrone molto scuro tendente al nero e dall’aspetto opaco (g.a. 5%); in stile irlandese. Con una morbida effervescenza, la spuma, da beige scuro a marrone chiaro, si alza fitta, cremosa, tenace, anche un po’ appiccicosa. L’aroma è complesso e gradevole: all’intenso profumo amaro di luppolo e malto torrefatto quasi bruciato, tengono subito dietro sentori di caramello, pane, melassa, cioccolato, lattosio, caffè, sesamo, legno, frutta scura, vaniglia. Il corpo, medio-pieno, ha una trama grassa alquanto untuosa. Il gusto, morbido, saporito, pulito, trasforma, nel lungo percorso, la moderata dolcezza dei malti in delicato amarore delle tostature che finiscono per erogare, in prossimità del traguardo, una fresca punta di acidità. Il finale asciutto di luppolo reca un accento di caffè. La discreta persistenza retrolfattiva sa rendersi deliziosa con sensazioni che svariano dal malto torrefatto alla liquirizia, dal tabacco al cioccolato fondente.
Mitchell’s Knysna 90 Shilling Ale, scottish ale di colore ambrato e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 5%). Con una carbonazione da media a bassa, la schiuma, di un bianco sporco, fuoriesce generosa e fitta, ma di scarsa stabilità. L’aroma è forte e complesso, con odori di malto, frutti scuri, caramello, pane tostato, cioccolato, whisky scozzese, cannella (peraltro utilizzata). Il corpo medio ha una consistenza alquanto oleosa. Il gusto rotondo, pieno di malto, con note di caramello, fumo, resina, caffè, terra, erbe, tostature, zucchero di canna, tostature, reca la giusta dose di amarore per mantenere vivo l’equilibrio durante l’intera durata del percorso. Il finale apporta un’acidità tagliente attenuata dall’aspra secchezza. Dolci sensazioni di sciroppo di malto dall’accento torbato segnano il discreto retrolfatto.