Eder & Heylands Brauerei

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Großostheim/Germania
Nel 1779 la locanda Zum Ochsen acquisì i diritti di birrificazione. Nel 1872 Friedrich Eder rilevò locanda e birrificio. Nel 1901 la fabbrica venne distinta dalla locanda e, col nome di Eder-Brauerei, trasferita nei locali dove si trova tuttora, nel land della Baviera.
Nel corso dei decenni successivi, nonostante le guerre, la fabbrica ebbe una crescita continua. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, la gestione dell’azienda passò nelle mani della terza generazione della famiglia Eder.
Nel 1979 fu rilevata la concorrente cittadina Schwanenbrauerei. Fondata nel 1804 dal giovane birraio Jacok Boffinger, questa azienda già nel 1818 era stata venduta a un certo Peter Anton Petermann, col quale aveva avuto inizio una lunga serie di cambi di proprietà.
Nel 1983 fu la volta della Bavaria-Brauerei di Aschaffenburg, fondata nel 1848 da Georg Adam Ebert, rimasta in mano agli eredi, ma chiusa nel 1981 per mancanza degli investimenti necessari.
Seguì, nel 1991, l’acquisto della Schlossbrauerei Thüngen di Marktheidenfeld, risalente al 1846.
A sua volta, la Heylands Brauerei, di Aschaffenburg, fu fondata ufficialmente nel 1792 da Jakob Franz Löchler, che però già dal 1770 faceva il bottaio e il birraio. Nel 1890 Wilhelm Carl Heyland, che aveva dato l’anima per la sua azienda, ritrovandosi, due anni prima di morire, di fronte all’assoluto disinteresse dei figli per il business birrario, vendette al birraio Philipp Schwind, e da quel momento la fabbrica operò sotto il nome di Heyland-Schwind.
Semidistrutto durante il secondo conflitto mondiale, nel 1957 lo stabilimento era completamente ricostruito. Sotto la nuova generazione Schwind, Ernst e Wolfgang, nel 1965 la fabbrica “sfornò” ben 100 mila ettilitri di birra. Fu addirittura rilevata, nel 1978, la concittadina Schlappeseppel Brauerei.
Questo birrificio sorse nel 1631, quando re Gustavo di Svezia prese la città di Aschaffenburg. Fu opera del soldato Joseph Lögler, chiamato a causa di una ferita di guerra “lo zoppo Seppel”.
Nel 1991 si concludeva l’era Schwind, con l’acquisizione da parte della Henninger di Francoforte sul Meno.
Infine, nel 1998, la Eder-Brauerei rilevò la Heylands Brauerei e si fuse con essa, creando la Eder & Heylands Brauerei.
L’azienda, sempre nelle mani della famiglia Eder, ha una produzione annua di 300 mila ettolitri, espressa in una vasta gamma ben presente anche fuori della Germania, con i marchi Eder’s, Baviera, Heylands e Schlappeseppel.
Bavaria Dunkles Starkbier, doppelbock di colore rosso scuro tendente al marrone (g.a. 7,5%). Con una morbida carbonazione media, la spuma beige si leva cremosa e sufficientemente duratura. A base di malto torrefatto, che influenza decisamente la colorazione, il prodotto si mostra abbastanza corposo, con l’elevato contenuto alcolico apportatore di una piacevole dolcezza. Mentre la timida luppolizzazione fa emergere il cereale, prima, nei toni caldi dell’aroma, quindi, anche al palato. Nel finale spuntano sentori di alloro e liquirizia, che spalancano le porte a un lungo retrolfatto amaro di tostature.
Schlappeseppel Hefe Weißbier, hefe weizen di colore arancione e dall’aspetto tipicamente intorbidito (g.a. 5,5%). La schiuma biancastra, generata dall’elevata effervescenza, sbocca spessa e pannosa. L’aroma si apre fresco e fruttato. Il corpo medio è di trama cremosa. Il gusto possiede la giusta dose di acidità. Il finale erbaceo introduce un discreto retrolfatto dalle suggestioni speziate. Si tratta di un prodotto dalle buone proprietà dissetanti per i mesi estivi.
Eder’s Export, export di colore giallo dorato (g.a. 5,5%). L’effervescenza è di media consistenza; la schiuma, sottile e di buona allacciatura. Al naso si dona un aroma morbido di luppolo. Nel corpo medio, armonioso, con tessitura da acquosa a oleosa, il sapore pieno di malto può compiere una corsa regolare in giusto equilibrio col fievole amaro del luppolo. Nel finale traspare l’alcol, fra note secche di paglia. Il retrolfatto è acidulo e piacevolmente amaro.
Heylands Pilsener, pilsener di colore dorato pallido (g.a. 4,8%). Con una media carbonazione, la spuma sgorga fine, spessa e persistente. Nell’aroma il luppolo si manifesta con sentori lievi ma penetranti. Il corpo medio, dalla consistenza grassa, nutre un gusto di malto che scorre su solida base luppolizzata. Il finale emana qualche impressione metallica. Il retrolfatto, tutto del rampicante, si propone asciutto e con un amaro deciso, comunque non invadente.