Caledonian Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Edimburgo/Scozia
George Lorimer aveva 18 anni quando, nel 1865, perse il padre (con lo stesso nome) nell’incendio del Theatre Royal di Edimburgo. Giocatore di golf, fece amicizia, presso la Golf Tavern, con i più importanti produttori di birra della città, tra cui Robert Clark, capobirraio alla Alexander Melvin Brewery.
Nel 1868, ormai maggiorenne, George poté ereditare il patrimonio del genitore e non esitò a programmare l’apertura di un birrificio insieme a Robert. L’anno dopo nasceva, in zona Shandon, la Lorimer and Clark Caledonian Brewery.
Nel 1892, su progetto dell’architetto Robert Hamilton Paterson, sullo stesso sito sorgeva il nuovo birrificio (con annessa malteria) in stile vittoriano, color rosso mattone, che, in più tempi, installò poi tre caldaie di rame riscaldate a carbone.
Alla morte di Lorimer, nel 1919, la Caledonian passò alla Vaux di Sunderland che, nel 1986, decise di trasferire la produzione nel proprio stabilimento. L’anno successivo venne scongiurata la chiusura tramite un management buy-out. Fu addirittura assunto Russell Sharp, mastro maltatore dalla lunga esperienza alla Chivas.
Dopo i due disastrosi incendi del 1994 e del 1998, nel 2004 la fabbrica e il 30% della produzione furono venduti alla Scottish & Newcastle. Insieme, fu costituita, da parte degli amministratori e di alcuni azionisti, una nuova Caledonian Brewing Company (CBC), compagnia a gestione indipendente per conto dei proprietari. Mentre, con la chiusura della McEwan’s Brewery, la sua produzione veniva trasferita nello stabilimento di Shandon.
Nel 2006 la CBC acquistò la Harviestoun Brewery di Alva. Ma, nel 2008, avvenne lo sconvolgimento generale. La Scottish & Newcastle comprò le rimanenti azioni della CBC, sicché la produzione dei marchi Caledonian rimaneva a Shandon. Poi la Scottish & Newcastle passava alla Heineken. A loro volta, i componenti della nuova Caledonian Brewing Company si trasferivano presso la Harviestoun Brewery rimasta di loro proprietà.
Oggi la Caledonian Brewery, il solo birrificio superstite dei 40 che esistevano in epoca vittoriana a Edimburgo, è sicuramente una delle migliori imprese del settore, non solo in Gran Bretagna, bensì anche nel mondo. Continua a produrre nelle tre vasche aperte di rame riscaldate dai fornelli a gas, uniche nel Regno Unito. Un procedimento che, con i suoi punti caldi, favorisce la caramellizzazione da cui deriva il marcato accento di malto. Non c’è quindi da meravigliarsi se, quelle della Caledonian, risultano le birre più ricche di malto della Scozia.
I prodotti, sia in bottiglie che in botti, si presentano in una gamma che è senz’altro la più ampia della Gran Bretagna. E, realizzati attraverso rigorosi sistemi tradizionali, possono ben vantare il ruolo determinante che hanno avuto nella rinascita delle ale scozzesi. Inoltre, con alcuni dei loro nomi, ricordano e celebrano fabbriche ormai “ingoiate” dal tempo: Robert Deuchar, Murray’s, Bernard’s, Campbell, Hope & King.
La Caledonian infine, che ha meritatamente collezionato riconoscimenti e premi, organizza anche una manifestazione annuale all’inizio di giugno.
Caledonian Deuchars IPA, interpretazione moderna della india pale ale, di colore rame chiaro (g.a. 4,4%). Omaggio al birrificio di Robert Deuchar di Edimburgo che chiuse negli anni ‘60 del secolo XX, è stata più volte premiata, in particolare al Great British Beer Festival. Con una carbonazione mediobassa, la spuma si forma sottile, non abbondante e tanto meno stabile. L’aroma è acuto di luppolo resinoso, con sentori, in secondo piano, di malto, caramello, biscotti, lievito secco. Il corpo sottile presenta una consistenza un po’ acquosa. L’equilibrio gustativo risulta quasi perfetto: un leggero malto che defluisce su fondo secco e tra note amare di luppolo. La corsa ha una sufficiente durata, e lascia in bocca suggestioni caramellate avvolte in un alone di erbe aromatiche.
Caledonian Fkyng Scotsman, special scottish ale color mogano (g.a. 4%). Viene lavorata con l’aggiunta di una piccola quantità di segale. Il nome (“Scozzese Volante”) è quello del famoso treno Edimburgo-Londra, sulla cui linea si affaccia il birrificio. L’effervescenza appare quasi piana; la spuma non abbonda, si rivela però compatta e durevole. L’aroma di malto esala fine e insistente, con accenni di caramello, luppolo, muschio, funghi. Il corpo, piuttosto leggero, ha una trama liscia e scorrevole. Anche il gusto, caldo e cremoso, è marcato dalla dolcezza del cereale. Al corto finale, alquanto secco, agrodolce, tiene dietro un discreto retrolfatto nel quale una nota di malto equilibra la scalpitante impressione di amaro.
Caledonian Merman XXX, ESB di colore ambra scuro con tonalità arancione (g.a. 4,8%). Riprende la ricetta di una export ale prodotta intorno al 1890. La spuma, di consistenza cremosa, mostra notevole tenuta. L’aroma si effonde fruttato, intenso e fresco. Il corpo pieno, fluido, alimenta un gusto che, con perfetto equilibrio tra cereale e amaricante, scivola pulito, secco, verso il vivace finale fruttato e di malto. Dal retrolfatto esalano impressioni di bacche con una punta di acidità.
Caledonian Fringe Benefit, bitter ale di colore mogano intenso (g.a. 4,3%). Con una carbonazione piuttosto piana, la spuma fine risulta scarsa e ancor meno persistente. L’aroma si libera riccamente fruttato, con qualche accenno floreale, di malto tostato e luppolo terroso. Il corpo leggero ha una consistenza cremosa. Un malto discreto caratterizza il gusto, che risente in modo vago del luppolo e del fruttato. Il retrolfatto emana una piacevole suggestione aspra, secca e amarognola.
Caledonian/Bodebrown Wee Heavy, scotch ale di colore rubino intenso (g.a. 6%). La spuma color crema, sottile e di buona allacciatura, è gestita da una morbida effervescenza. L’aroma appare nettamente orientato verso i toni caldi. Il corpo, molto ben strutturato, non mette comunque in particolare evidenza la sua forza alcolica, in una consistenza acquosa. L’equilibrio gustativo è notevole: un malto pieno che ottiene dal luppolo le note amare indispensabili per non prendere il tipico dolciastro dei prodotti forti. E la lunga corsa termina tra impressioni di frutta scura con una nota pepata.
Newcastle Caledonian Scotch Ale, scotch ale di colore marrone con riflessi ramati (g.a. 6,4%). L’effervescenza è abbastanza vivace; la schiuma, non ricca tanto meno stabile. L’aroma si libera dolce di caramello, con deboli sentori di malto tostato e di vaniglia. Il corpo robusto, cremoso e misuratamente viscoso, sostiene un sapore amabile su solida base di luppolo. Il finale sopraggiunge fruttato, ma pulisce la bocca con sufficiente secchezza. Dal retrolfatto si levano labili sensazioni di fumo.
McEwan’s 60/-, scottish ale, versione light, color rame dai riflessi marrone (g.a. 3,2%); la ale più venduta in Scozia. Con un’effervescenza media, la schiuma beige si forma sottile e di sufficiente durata. All’aroma di malto si accompagna un gusto dolciastro, ancora di malto, ma con le gradevoli venature dell’orzo tostato. Il corpo, da leggero a medio, presenta una consistenza un po’ acquosa. Il finale asciutto introduce un retrolfatto amarognolo.
McEwans 70 Shilling, versione heavy della scottish ale, di colore bronzo dorato (g.a. 3,7%). La spuma bianca, cremosa e con buona allacciatura, è gestita da una carbonazione quasi piatta. L’aroma gioca su toni caldi e speziati. Il corpo, abbastanza leggero, presenta una trama sottilissima. L’intenso sapore è composito, di malto e di luppolo. Il morbido finale, secco e fruttato, prelude a un discreto retrolfatto ottimamente luppolizzato.
Caledonian 80/-, export scottish ale di colore rosso ramato (g.a. 4,1%). Data l’effervescenza moderata, la spuma biancastra non può certo abbondare, si mostra comunque di sufficiente tenuta. L’olfatto, alquanto complesso, sa di luppolo e di un buon fruttato. Il corpo, solido e cremoso, ricorda quello delle 80 Shilling di epoca coloniale esportate negli Stati Uniti. Il gusto, delicatamente improntato al malto, sfocia in una dolcezza fruttata, lasciando però il retrolfatto amarognolo.
Caledonian Golden Promise, blond ale di colore arancione nebuloso (g.a. 5%). L’azienda sostiene che sia la prima birra veramente organica del mondo, lanciata nel 1990. Ottenuta con cereale e luppolo provenienti da coltivazioni rigorosamente controllate, si propone come prodotto di qualità, piuttosto complesso. Promise è il nome del tipo di orzo scozzese. L’effervescenza è moderata; la schiuma si dissipa lentamente lasciando bei pizzi al bicchiere. L’aroma sa di frutta e caramello, con qualche accenno di fiori ed erba appena tagliata. Il corpo si presenta leggero e con trama da grassa ad acquosa. Il gusto, fruttato e di malto, compie la sua fresca corsa in scioltezza. Dal finale asciutto, con ritorno del fruttato, si apre il persistente retrolfatto all’insegna di un amarore mellifluo.