Calanda Bräu

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Coira/Svizzera
Nel 1780 Rageth Mathis aprì, a Coira (in tedesco, Chur), un piccolo birrificio artigianale. Ma, in quel periodo in Svizzera esistevano più di 260 fabbriche di birra, quindi la concorrenza era spietata. Mathis pensò bene di unirsi alla Aktienbrauerei Chur, e poco dopo nacque la Rhätische Aktienbrauerei, con diversi stabilimenti disseminati nel Cantone dei Grigioni.
Dopo la seconda guerra mondiale, la società ebbe una costante espansione, sino alla fusione, nel 1970, con la Engadiner Aktienbrauerei, da cui ebbe origine la Calanda Bräu. Nel 1990 infine, dalla fusione della Calanda Bräu con la Brauerei Haldengut (fondata nel 1843 a Winterthur, nel Canton Zurigo, da Ferdinand Ernst), sorse la Brauerei Calanda Haldengut, che divenne subito il terzo produttore di birra svizzero. Ovviamente, non si fece attendere più di tanto il solito “falco”: nel 1993 la Calanda Bräu era della Heineken, che creava così, nel 2001, la Heineken Switzerland (con una produzione annua di 500 mila ettolitri).
Nel 2008 la Heineken rilevò anche la Eichhof e, l’anno successivo, trasferì la propria sede svizzera a Lucerna. La produzione dell’ex Calanda Haldengut rimase a Coira, il cui stabilimento era stato ristrutturato anche per fabbricare localmente la birra Heineken. Pertanto non venivano più realizzate a Winterthur le birre lievemente affumicate della vecchia Haldengut.
Calanda Edelbräu, pilsner di colore giallo paglierino (g.a. 5,2%). Con una carbonazione piuttosto bassa, la spuma emerge soffice, alta, di sufficiente tenuta. Se il malto si esalta poco, sia all’olfatto che al palato; non da meno, il luppolo accusa la propria labile tessitura. Il corpo medio presenta una consistenza acquosa. La corsa termina secca, aromatica, lasciando nel corto retrolfatto un’impressione fruttata. Si tratta comunque di un prodotto pieno e pastoso, ma dal gusto morbido, leggero.
Calanda Dunkel Brau, dunkel di colore marrone scuro (g.a. 4,8%). L’effervescenza è buona, piacevole; la schiuma beige, abbondante, cremosa, tenace. L’aroma si diffonde in maniera piuttosto forte, e vagamente dolce, a base di malto e cereali tostati, legno bruciato. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza parecchio acquosa. Il gusto, dal lieve carattere di tostature, appare alquanto pungente, benché smussato da sottili note caramellate. La corsa ha una durata regolare, in un’asciuttezza pulita che lascia nel discreto retrolfatto una sensazione amarognola, impreziosita da una fresca punta di acidità fruttata.
Haldenkrone, pilsener di colore dorato chiaro (g.a. 5,2%). Costituiva il prodotto di punta dell’ex Haldengut. L’effervescenza ha una media intensità: la schiuma si presenta in un’attraente corona bianca, densa e compatta. L’aroma è caratterizzato da un tenue luppolo erbaceo, con qualche accenno fruttato, di pane e malto tostato. Nel corpo medio, dalla trama leggermente oleosa, il gusto mette in bella mostra il notevole equilibrio tra la fluidità del malto e le delicate note dell’amaricante. Il finale è breve, secco, amarognolo; e introduce un sufficiente retrolfatto dalle sensazioni fruttate e di luppolo fiorito.
Halden Gut Lager, lager di colore giallo dorato (g.a. 4,8%). L’effervescenza media genera una schiuma bianca non abbondante tanto meno stabile. L’aroma si sprigiona all’insegna del malto, concedendo poco spazio a sentori di luppolo, grano, caramello, zucchero a velo. Il corpo medio mostra una consistenza piuttosto grassa. Il gusto richiama il cereale ma, nel retrolfatto, cede il campo all’amaricante, che lascia il palato avvolto in un piacevole alone agrodolce.