Buffalo Bill’s Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Hayward, California/USA
Fu uno dei primi brewpub ad aprire in California con la legislazione statuniense del 1982. Nacque infatti l’anno dopo a opera di Bill Owens, il famoso fotografo insignito nel 1976 del premio Guggenheim Fellowship della John Simon Guggenheim Memorial Foundation.
Seguì, nel 1989, l’inaugurazione di un secondo locale, Bison Brewing Company, nella vicina Berkeley, in seguito ceduto.
Passato di proprietà del mastro birraio Geoff Harries, il Buffalo Bill’s si fece presto un nome, con originali quanto deliziose ale.
Buffalo Bill’s Pumpkin Ale, spiced ale autunnale, di colore arancione con tonalità rosse (g.a. 6%). La birra che ha reso famosa l’azienda. Viene prodotta con aggiunta della polpa di grosse zucche coltivate appositamente e aromatizzata con cannella e noce moscata. La carbonazione è scarsa e un po’ pungente; la schiuma biancastra, grossolana e di rapida dissoluzione. L’aroma presenta profumi di torta di zucca vivacizzati da sentori di cannella, noce moscata, pan di zenzero. Il corpo medio-pieno ha una consistenza pressoché acquosa. Il gusto, all’imbocco dolce con note di malto e nocciola, prende a metà corsa una consistenza vegetale e di cereali, sfociando in un alone di chiodi di garofano. Il finale, secco e tostato, è il preludio di un lungo retrolfatto con languide suggestioni di zucca arrostita.
Buffalo Bill’s Alimony Ale, india pale ale di colore ambra nebuloso con riflessi aranciati (g.a. 6,8%). Elaborata nel 1987 col pensiero del suo creatore rivolto a un cliente alle prese con gli alimenti (Alimony) del divorzio, si è guadagnata la reputazione di una delle birre più amare d’America. Infatti, dopo un accenno di dolcezza iniziale, viene fuori una spiccata venatura amara. Con un’effervescenza tagliente, la spuma beige sbocca minuta, cremosa, di sufficiente ritenzione. Malto, caramello, pane, cracker, frutta, erba, allestiscono un bouquet di elevata intensità, anche se la finezza non arriva a essere attraente. Il corpo medio ha una consistenza cremosa un po’ appiccicosa. Il gusto è amabile, delicato, finché, inaspettatamente, assume una decisa consistenza amara da resina di pino. Un amarore che rimane a lungo in bocca, nonostante un sottile velo di dolcezza steso dal calore alcolico.