Brauerei Max Leibinger

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Ravensburg/Germania
Birreria del Baden-Württemberg, fondata nel 1862. Divenne Benediktiner Brauerei 30 anni dopo, quando fu rilevata da Benedikt Birk. Prese il nome definitivo nel 1894, con l’acquisto da parte di Max Leibinger.
Nel 1901 lanciò la prima birra imbottigliata nella regione. Tra il 1918 e il 1922, rilevò diversi birrifici che operavano nei dintorni di Ravensburg.
La svolta decisiva si ebbe con Michael Leibinger, della quarta generazione, che, entrato in azienda nel 1996, ne prese le redini nel 2000. Mastro birraio e ingegnere industriale, Michael ampliò e modernizzò la fabbrica; introdusse nella gamma nuovi prodotti, tra cui la Max Fünf Komma 2, purtroppo oggi abbandonata. Era una premium lager dorata, realizzata con malto d’orzo e di frumento. Il nome invece, letteralmente “Cinque Virgola 25”, era in riferimento alla gradazione alcolica.
Leibinger Seegold, premium lager di colore oro pallido e dall’aspetto un po’ confuso (g.a. 4,8%). Con una media effervescenza, la spuma bianca si alza minuta, cremosa e abbastanza duratura. L’aroma sembra proprio latitare: a malapena si avvertono sentori di agrumi, lievito, mais, luppolo erbaceo. Il corpo è leggero e di consistenza acquosa. Anche il gusto ha poco da dire, con le sue note, come “stanche”, di malto, cereali, miele, cracker; da parte sua, il luppolo si tiene stranamente ben lontano dai parametri usuali di una buona lager tedesca. Un timido, corto, finale, secco e amaricante, prelude allo sfuggente retrolfatto dolciastro e granuloso di malto.
Leibinger Zeppelin Bier, zwickelbier di colore ambra e dall’aspetto torbido (g.a. 5,2%). La schiuma, ocra sbiadito, di grana minuta e buona persistenza, trova riscontro in una morbida, piacevole, carbonazione. L’olfatto non si esalta né per intensità tanto meno per finezza: leggera, la prima e la seconda, ordinaria. Un flebile caramello e una frutta parecchio secca non sanno esprimersi più di tanto. Il corpo appare molto leggero, così come acquosa la sua tessitura. Un po’ più assertivo si rivela il gusto, con un malto cremoso che combina bene con l’amarore del luppolo. Il finale è asciutto e alquanto speziato. Nel corto retrolfatto, c’è il ritorno, in una consistenza burrosa, del caramello che finisce fagocitato da fresche erbe aromatiche.