Left Hand Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Longmont, Colorado/USA
Nel 1990 Dick Doore iniziò l’homebrewing con un kit ricevuto dal fratello.
Tre anni dopo, insieme all’ex compagno di college, Eric Wallace, aprì un birrificio artigianale in un ex impianto d’imballaggio di carne.
Soltanto poche settimane di attività, e il nome, Indian Peaks Brewing Co., dovette essere cambiato perchè già utilizzato da un altro birrificio. Nacque così la Left Hand (“Mano Sinistra”) Brewing Company, in onore del capo indiano Niwot o Left Hand, che, insieme alla sua tribù, svernava spesso in quella zona.
Nel mese di aprile del 1998 avvenne la fusione con la Tabernash, e la dimensione della giovane birreria raddoppiò. Soprattutto, furono ripresi, reintegrandoli, vecchi stili europei, specie britannici, finiti nel dimenticatoio.
Infine, nel 2011, la presentazione al Great American Beer Festival della versione Nitro della Milk Stout, in produzione già dal 2001. Nasceva così la prima birra americana “al nitrogeno”, senza utilizzare l’ingegnosa pallina di plastica della Guinness. Da annotare che l’operazione era costata due anni e mezzo di lavoro e centinaia di migliaia di dollari.
Per ottenere l’“effetto cascata” provocato dall’azoto, bisogna però prestare particolare attenzione al momento in cui si versa la birra. Anzitutto, il bicchiere deve essere leggermente più ampio del contenuto della bottiglia (35,5 cl), mentre il versamento deve avvenire, in modo “aggressivo”, perpendicolarmente al bicchiere.
Tabernash Brewing Company/Denver
Microbirreria aperta nel 1993 da George Barela, Jeff Mendel, Mark Lupa e Eric Werner. Le intenzioni dei quattro soci erano di fabbricare birre tedesche, dal momento che all’epoca nel Colorado non esistevano prodotti del genere.
Le proposte dunque erano tutte d’ispirazione tedesca, e i ceppi di lievito venivano forniti dalla Weihenstephan. C’è da ricordare, a proposito, che Eric Werner, autore peraltro di un libro sulle weizen, vantava la laurea honoris causa della facoltà di ingegneria birraria presso la celebre birreria bavarese.
Purtroppo, gradualmente, la produzione della Tabernash venne soppressa.
Left Hand Wake Up Dead Imperial Stout, imperial stout di colore marrone molto scuro, quasi nero (g.a. 10,2%); conosciuta anche più semplicemente come Left Hand Imperial Stout. Si tratta di una pregevole interpretazione della imperial stout che non ha davvero niente da invidiare alle elaborazioni dei pochissimi birrai artigiani europei. Utilizza malto cioccolato, orzo tostato e fiocchi di avena e viene aromatizzata con due varietà di luppolo, una tedesca e l’altra inglese. Con una carbonazione alquanto bassa, la schiuma cachi, soffice e pannosa, risulta ridotta ma di buona tenuta. L’aroma si schiude intenso, composito, a base di malto tostato, caffè, luppolo di terra, caramello, vaniglia, cioccolato fondente, liquirizia, melassa, avena, frutta scura, quercia, grano, paglia. In una consistenza spessa e cremosa, il corpo appare più leggero della media, pur nella sua pienezza; mentre la forza alcolica riscaldante quasi accarezza il palato. Il gusto denso, rotondo, brillante, indora “sapientemente” lo spiccato amarore con note asciutte e piacevoli che esalano dal solido fondo di malto. Il lungo finale secco, di caramello bruciato, si rivela il punto ideale per l’apoteosi dell’alcol. Il retrolfatto invece è un inno alla liquirizia.
Left Hand Twin Sisters Double IPA, imperial IPA di colore ambra tendente al ramato (g.a. 9,6%). Con una media effervescenza, la schiuma biancastra emerge sottile, cremosa, persistente. L’aroma si libera molto forte, con pino e resina che non lasciano tanto spazio a malto, agrumi, caramello, frutta matura, tabacco, mirtilli, sherry. Il corpo, moderatamente pieno, ha una consistenza alquanto oleosa. Anche nel gusto pino, resina, luppolo di terra e spezie mirano al predominio; ma vengono ben contrastati dal malto e dalla dolcezza alcolica, che si avvalgono di un buon fondo di cereali. Il finale asciuga e ripulisce compiutamente il palato. La lunga persistenza retrolfattiva ospita suggestioni amare di resina avvolte in un cordiale alone alcolico.
Left Hand Polestar Pilsner, pilsener di colore oro paglierino chiaro (g.a. 5,5%); conosciuta anche come Tabernash Golden. Saporita pils in stile tedesco, viene elaborata con tre tipi di malto e due varietà di luppolo e maturata per sei settimane. Con un’elevata effervescenza, la schiuma bianca, minuta e spessa, mostra ottima tenuta. L’attraente finezza olfattiva propone un luppolo amarognolo stemperato dall’amabilità del malto. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza piuttosto acquosa. Nel gusto, il cereale fa presto largo alla secchezza resinosa del rampicante per limitarsi al ruolo di fondo. Il finale apporta una certa astringenza che ricorda una nespola acerba. Il sufficiente retrolfatto libera una moderata impressione amara più rotonda che pungente.
Left Hand Milk Stout, sweet stout di colore ebano impenetrabile con riflessi rosso rubino (g.a. 6%); conosciuta anche come Left Hand Milk Stout Nitro. Utilizza fiocchi di avena e di malto, orzo tostato e lattosio. Con una carbonazione decisamente bassa, la schiuma nocciola fuoriesce sottile, cremosa, di buona persistenza. Malto torrefatto, cioccolato fondente, caffè, frutta scura, liquirizia, vaniglia, zucchero di canna, lattosio, allestiscono un bouquet olfattivo di elevata intensità e finezza attraente. Il corpo, da leggero a medio, ha una trama piuttosto cremosa. Nel gusto, lo zucchero di latte aggiunto dona una dolcezza ben arrotondata e notevole robustezza; ma la componente dolce non risulta mai stucchevole, perfettamente equilibrata dalle sfumature tostate. La secchezza ripulente del corto finale introduce un discreto retrolfatto con impressioni di caffellatte amaro.