Brasserie de Silly

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Silly/Belgio
Siamo in un piccolo comune, nella provincia vallona dell’Hainaut, che, oggi, conta poco più di 8 mila anime.
Nel 1850 Marcelin Hypolite Meynsbrughen acquistò la fattoria Cense de la Tour e cominciò a produrre tre birre: una Saison per i contadini, una Grisette per i minatori e una Belge per gli altri abitanti della zona.
Alla morte di Marcelin, subentrò il figlio, Adelin, insieme alle sorelle, e il birrificio prese il nome di Meynsbrughen & Soeurs. Gli affari andavano bene, e non riuscì a frenarli nemmeno la grande guerra. Anzi, fu prorio in quel periodo che vide la luce la Scotch Silly, oggi una delle birre della casa che vanno per la maggiore. Merito di un soldato scozzese che, a fine conflitto, rimarrà a lavorare nel birricio.
Nel 1939 Josette, figlia di Adelin, sposò José van der Haegen. Nel 1973 salirono in cattedra i figli, Jean-Paul e Didier, e il birrificio divenne definitivamente Brasserie de Silly. Intanto, nel 1947, l’azienda aveva abbandonato tutte le altre attività collegate all’agricoltura per concentarsi sulla produzione di birra e diventando vera e propria impresa commerciale.
Che le cose andassero per il verso giusto, lo dimostra l’acquisto della Tennstedt-Decroes di Enghien nel 1975, con l’inserimento in catalogo della sua Double Enghien. Seguì la compera della Brasserie du Pot d’Etani. Mentre, di tanto in tanto, comparivano nuovi prodotti: nel 1990, la Titie, che segnò l’ingresso della Silly nel mercato delle birre di frumento; nel 2004, la Pink Killer, una witbier con aggiunta di succo di pompelmo; nel 2006, la gamma dell’Abbaye de Forest; fino alla recente (2014) Silly IPA Green Killer, per andare incontro al crescente gusto dell’amaro che andava prendendo piede anche in Belgio.
Attualmente, la Brasserie de Silly, sempre in mano ai Van der Haegen, con Bertrand (figlio di Jean-Paul) e il cugino Lionel, produce sui 12 mila ettolitri annui, esportando circa il 40%. Si tratta di birre artigianali, ormai anche di fermentazione bassa. L’azienda infine gestisce una catena di café di proprietà.
Silly La Divine, strong ale in stile conventuale con rifermentazione in bottiglia, di colore ambrato scuro (g.a. 9,5%); il prodotto di punta, conforme alla tradizione belga. Preparata con aggiunta di caramello e zucchero, viene aromatizzata con luppolo delle varietà provenienti dal Kent, dalla Hallertau e da Žatec. La spuma esce fuori spessa, cremosa, resistente. L’intenso aroma fruttato reca un tenue sentore di luppolo. Il corpo consistente riscalda irresistibilmente il palato tramite l’eccezionale forza alcolica. L’equilibrio gustativo si mostra notevole: l’amaricante incrementa vieppiù la propria presenza per armonizzare con le sensazioni fruttate, floreali e speziate. Il finale esterna in assoluta libertà l’amaro del luppolo. È uno dei prodotti ideali da conservare in cantina fresca e asciutta.
Scotch Silly, scotch ale rifermentata in bottiglia, di colore rubino acceso (g.a. 8%); preparata con aggiunta di zucchero e aromatizzata con luppolo del Kent. La spuma si solleva ricca, spessa e di apprezzabile aderenza. L’aroma è penetrante e consistente di cereali con labili sentori di liquirizia. Il corpo ha notevole struttura e scivola in bocca denso, vellutato. Il gusto attacca dolcemente col malto, ma vira presto a una consistenza luppolizzata dal gradevole amarognolo. Il caramello sosta a lungo nel retrolfatto. È un prodotto da poter conservare per parecchio tempo, con la bottiglia in posizione inclinata.
Silly Saison, anche se presentata come saison, ha più le caratteristiche della oud bruin (g.a. 5%); di colore rosso rame. Invecchia, secondo tradizione, per circa un anno. La spuma si solleva vellutata e stabile. L’olfatto dona un fruttato moderatamente dolce. Il corpo è discreto e abbastanza pastoso. Il gusto fruttato viene bilanciato in maniera perfetta da impressioni asprigne e vinose; in sottofondo, un delicato luppolo e lontane note di fermentazione lattica completano l’“opera”.
Silly Pils, premium pilsner dorata (g.a. 5%). L’effervescenza decisa si esprime con una bella schiuma densa e persistente. L’aroma è altrettanto risoluto, inconfondibilmente di luppolo. Il corpo medio-leggero ha una consistenza piuttosto acquosa. Anche il gusto è decisamente segnato dal rampicante, e defluisce secco, amaro, piacevolissimo, rendendo il prodotto morbido e di gran freschezza. Il finale ripulente introduce un discreto retrolfatto a malapena astringente, con un’impressione quasi di assenzio.
Silly Double Enghien Blonde, golden strong ale con rifermentazione in bottiglia, di colore biondo (g.a. 7,5%). All’olfatto si sprigionano sottili profumi di malto. Il corpo appare solido e rotondo. Anche il gusto è segnato dalla dolcezza del malto. Nel retrolfatto prevale il luppolo, ma in una forma delicatamente amarognola. Si tratta di un prodotto che affina il sapore nel tempo, da conservare quindi a temperatura di cantina.
Silly Double Enghien Brune, dark strong ale rifermentata in bottiglia, di colore bruno (g.a. 8%). È la versione scura della Double Enghien Blonde, con le stesse caratteristiche. Solamente il gusto, pur nella sua solita dolcezza, denota una tessitura di noce. Anche questa variante viene consigliata per l’invecchiamento.
Titje, originale bière blanche di colore giallo paglierino e dal classico aspetto opalescente (g.a. 4,7%). Un tenue fruttato caratterizza l’aroma. Il corpo è mediamente pieno, soffice, pastoso. Il gusto, spiccatamente fruttato, porta delicate venature di spezie. Il retrolfatto, piuttosto asciutto e aspro, ha breve durata.
Super 64, belgian ale di colore ambrato (g.a. 5,2%). Il 1964 è l’anno in cui la birra cominciò a essere prodotta. Con una carbonazione alquanto bassa, la spuma emerge spessa, cremosa ma scarsa. L’aroma esala con una tenue dolcezza di malto. Dal corpo rotondo fluisce un delicato e asciutto gusto luppolizzato che termina la corsa tra note amarognole. Il retrolfatto accenna al lievito.