Brasserie de Luxembourg Mousel-Diekirch

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Diekirch/Lussemburgo
Nel 1971, dalla fusione di una delle più vecchie fabbriche di birra del Paese, la Mousel (risalente al 1825), con la Brasserie de Clausen, nasceva a Lussemburgo il gruppo Brasseries Réunies de Luxembourg Mousel & Clausen. A distanza di un anno la fabbrica di Clausen, che aveva già ridotto la produzione, chiuse i battenti.
Addirittura fu accorciata la denominazione, Brasseries Réunies de Luxembourg.
Nel 1982 fu rilevata la Brasserie Henri Funck di Neudorf-lez-Lussemburgo, con interruzione, l’anno successivo, della produzione.
A sua volta, la Brasserie Diekirch, sorta nel 1871, nel 1900 era già il maggior birrificio del Granducato per i volumi prodotti.
Nel 2000, dalla fusione delle Brasseries Réunies de Luxembourg con la Brasserie Diekirch, nasceva un nuovo gruppo, Brasserie de Luxembourg Mousel-Diekirch, con sede a Diekirch.
Nel 2002 questo gruppo fu rilevato dalla Interbrew. Infine, vuoi perché il mercato della birra in Lussemburgo era calato vuoi per motivi logistici, nel 2010 la AB InBev chiuse la fabbrica di Diekirch e trasferì la produzione in Belgio, a Lovanio e a Jupille.
Ovviamente, col trasferimento della produzione, tante cose sono cambiate. Le leggere e gradevoli lager della Brasserie de Luxembourg non utilizzano più l’acqua del pozzo di proprietà, così come, probabilmente, la birra non matura più per due mesi prima dell’imbottigliamento. Senza considerare un altro particolare: prima, i prodotti destinati al mercato interno venivano solo filtrati, quelli per l’estero subivano invece anche la pastorizzazione.
Diekiech Premium, lager di colore dorato pallido (g.a. 4,8%). Con un’effervescenza midioalta, la schiuma trabocca fine, densa e durevole. Nell’aroma i sentori di luppolo sono a malapena distinguibili, tra grano, paglia, mais, verdure cotte. Il corpo si mostra più sullo scarno, in una consistenza acquosa. Risulta invece notevole l’equilibrio gustativo, in cui il dolce del malto e l’amaro del luppolo si esaltano insieme con assoluto rispetto reciproco. Dopo il finale secco e aspro, nel retrolfatto compare soltanto il cereale, e con espressione attenuata.
Diekirch Exclusive, altra lager, più forte e pastosa, di colore giallo dorato (g.a. 5,1%). La carbonazione è abbastanza vivace; la spuma, scarsa ed evanescente. L’aroma si libera netto e acuto di malto, con un tocco di luppolo erbaceo. Il corpo medio, e di trama acquosa, supporta un gusto ancora di malto che si snoda morbidamente su base asciutta di luppolo. Luppolo, che, svanito il corto e secco finale, domina invece nel retrolfatto col proprio amarore.
Diekirch Grand Reserve, dunkel bock di colore ambrato con riflessi aranciati (g.a. 6,9%). Con un’effervescenza abbastanza vivace, la schiuma, di un bianco sporco, si forma abbondante e stabile. All’olfatto, esalano dolci ma fievoli profumi di caramello. Con un corpo abbastanza strutturato, e di tessitura sciropposa, l’alcool non fatica a emergere. Il gusto è orientato alla dolcezza del malto ma, nel finale, cede il posto a un amarognolo quasi sfuggente che lascia, nel lungo retrolfatto, una secca impressione di noce.
Diekirch Grand Reserve 140 Ans, belgian ale di un ambrato brillante (g.a. 6,5%); elaborata per festeggiare i 140 anni del birrificio. Con una morbida effervescenza media, la schiuma beige emerge cremosa e di sufficiente durata. L’aroma è granuloso, alquanto aspro, con sentori di caramello, sciroppo di ciliege, burro, e un lieve tocco di miele di castagno. Il corpo, medio-leggero, presenta una consistenza tra oleosa e acquosa. Il gusto attacca con la dolcezza del caramello, prende note fruttate a metà percorso, chiude con una secchezza erbacea che si protrae fin nel discretto retrolfatto, dove convergono anche note di frutta secca e di un luppolo terroso.
Diekirch Grand Cru Ambrée, amber lager/vienna di colore ambra e dall’aspetto limpido (g.a. 5,1%). La schiuma ocra, sottile e stabile, è gestita da una carbonazione moderata. L’aroma si libera abbastanza intenso, erogando sentori di caramello, luppolo erbaceo, mais, frutta rossa. Il corpo appare piuttosto sottile, e di consistenza acquosa. Il gusto defluisce con una certa amabilità, fino all’intromissione decisa di un amarore da erbe aromatiche, seguito a ruota da una rinfrescante punta di acidità. Il corto retrolfatto richiama la dolcezza, in cui s’inseriscono impressioni di pane scuro e frutti di bosco.
Henri Funck, lager tipo pilsner di colore dorato pallido e dall’aspetto brillante (g.a. 4,8%). È un doveroso omaggio a Henri Funck dell’omonima Brasserie, chiusa un anno dopo l’acquisto. Per i suoi tempi, poteva ben considerarsi una fabbrica moderna con le innovazioni tecnologiche d’avanguardia: fondata nel 1864, nel 1894 era il primo birrificio lussemburghere a possere un refrigeratore, due anni dopo addirittura il motore a vapore. La birra viene lavorata con aggiunta di riso nella misura del 10%. Presenta un’effervescenza moderata; schiuma di medie dimensioni ma piuttosto irregolare; blando aroma di malto con delicati sentori fruttati e di luppolo pepato; corpo leggero e fresco di consistenza acquosa; morbido sapore ancora di malto con note erbacee; finale luppolizzato; retrolfatto asciutto e amaro.
Mansfeld, pilsner di colore paglierino e dall’aspetto limpido (g.a. 4,8%); conosciuta anche come Mousel Premium Pils. È abbastanza simile alla Henri Funck: un po’ più marcata dal malto e con finale più secco (g.a. 4,8%). Richiede l’aggiunta di una minima percentuale di riso. Con una carbonazione media, la schiuma, a grana molto minuta, esce compatta e resistente. L’aroma luppolizzato evidenzia fini note di malto. Dal corpo leggero e morbido prende il via un fresco gusto di malto che si evolve nel finale amaro piuttosto aspro. Presso la Gasthaus (famoso Restaurant Mousel’s Cantine Sàrl, nel cuore di Grund), è disponibile la versione non filtrata, Gezwickete, con un malto meno fluido ma più deciso finale di luppolo.
Luxembourg 95, lager di colore ambrato (g.a. 4,8%). Fu presentata nel 1995, anno in cui Luxembourg rivestì il ruolo di città europea della cultura. La schiuma si presenta a grana molto minuta e di apprezzabile stabilità. L’aroma è di malto, con una secchezza però profumata di luppolo in tono minore. Il corpo medio possiede una singolare pastosità. Su fondo abbastanza asciutto il gusto, dopo un inizio pressoché anonimo, si evolve in una fievole consistenza di malto e di caramello dolce.