Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Fullerton, California/USA
Birrificio aperto nel 2008 da Aaron Barkenhagen in un ex magazzino di legname ristrutturato. Il nome, Bootlegger (“contrabbandiere”), allude al periodo del proibizionismo e, insieme, all’attività di homebrever praticata da Aaron già a 19 anni.
Il birrificio, che dispone dell’immancabile sala degustazione, offre un gran numero di birre, alcune stagionali e speciali.
Bootlegger’s Black Phoenix, stout di colore marrone scuro nebuloso (g.a. 6,7%); con utilizzo del chipotle (peperoncino affumicato della cucina messicana). Con una vivace carbonazione, la spuma beige si leva enorme, cremosa ma di rapida dissoluzione. Malto torrefatto, caramello, legno bruciato, caffè freddo, cioccolato fondente, si esibiscono all’olfatto avvolti in un denso alone piccante di chipotle. Il corpo medio tende al leggero, con una trama cremosa. Anche il palato avverte lo stuzzicante piccantino del chipotle che accompagna, nel loro lento defluire, le note di cacao, vaniglia, cenere, fumo. Nel finale il peperoncino s’intensifica; ma viene presto fagocitato dalle lunghe impressioni del retrolfatto amarognole di tostatura.
Bootlegger’s Rustic Rye IPA, india pale ale di colore ambrato e dall’aspetto torbido (g.a. 6,2%); con utilizzo di segale. L’effervescenza moderata origina una ricca schiuma cremosa e tenace. L’aroma si libera con una piacevole rusticità, a base di agrumi, fiori, cereali, luppolo fruttato, e con un morbido, persistente sentore di segale. Il corpo medio ha una consistenza cremosa e piena di brio. Il gusto amalgama armonicamente note dolci di frutti tropicali e caramello e amare di luppolo fresco ed erbe aromatiche. Un pino secco e resinoso invade il finale, che lascia nel discreto retrolfatto impressioni terrose e di scorza di pompelmo.