Beamish & Crawford

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Cork/Irlanda
Questa azienda nacque, come birrificio “protestante” (in contrapposizione al concittadino “cattolico” Murphy), a Cramer’s Lane nel 1792, su iniziativa di due mercanti di sughero William Beamish e William Crawford e dei birrai Richard Barrett e Digby O’Brien. Dato l’intento di produrre la scura porter di Londra che aveva invaso il mercato irlandese, coerentemente i soci la chiamarono Cork Porter Brewery. La fabbrica acquistata era quella di Edward Allen, aperta dal padre, Aylmer, nel 1715 ma con radici risalenti al 1650, se non proprio al 1500.
Nel 1800, con la morte di O’Brien e il ritiro di Barrett, l’attività rimase nelle mani delle sole famiglie Beamish e Crawford. Aveva però preso a prosperare fin dall’inizio, tanto che nel 1805, quella di Cork, con una produzione annua di 100 mila barili, risultava la più grande impresa birraria irlandese, con alle spalle addirittura la Guinness, che però la supererà nel 1833.
Nel 1865 la fabbrica fu completamente ricostruita e ammodernata.
Nel 1901 fu costituita la Beamish & Crawford, quotata in borsa, che rilevò subito la vicina Southgate Brewery of Lane & Company, sorta 1758. Cinque anni dopo venne incorporata la St. Stephen’s Brewery. Nel 1914 invece entrò in società la Bandon Brewing Company of Allman, Dowden & Company.
Poi purtroppo anche per la Beamish & Crawford cominciarono i tempi duri. Già dalla metà del secolo XX una crisi irreversibile faceva temere il peggio. I grossi gruppi stranieri si erano allertati, e, non diversamente dagli sciacalli durante le calamità naturali, si fecero vivi al momento opportuno.
Nel 1962 l’azienda irlandese fu rilevata dalla canadese Carling O’Keefe.
L’anno dopo venne inaugurato un nuovo e moderno impianto, presso i caratteristici uffici, parzialmente in legno, al centro della città. Nel 1964 ebbe inizio la produzione della Carling’s Black Label a Cork.
Nel 1987 l’australiana Carlton and United Breweries assorbì la Carling O’Keefe e, di conseguenza, introdusse la Foster’s nel mercato irlandese. Nello stesso tempo, l’acquisto della londinese Courage, sempre da parte del colosso australiano, portò la Beamish Irish Stout a un’ampia diffusione in Gran Bretagna.
Nel 1995 la Beamish & Crawford fu venduta alla Scottish & Newcastle, che nel 2008 passò nelle mani della principale rivale a Cork, la Heineken International.
Nel 2009 lo stabilimento della Beamish & Crawford, il più antico in Irlanda, venne chiuso, e la produzione spostata nell’ex Murphy, sempre della Heineken.
Ma rimase in vita soltanto la Beamish Irish Stout, la cui vendita venne limitata alla sola Irlanda. La variante meno diffusa invece, Beamish Red, una irish ale lanciata in contrapposizione alla Kilkenny Irish Beer e alla Murphy’s Irish Red, venne soppressa.
Beamish Irish Stout, dry stout di colore nero opaco (g.a. 4,2%). È la tradizionale stout secca irlandese (peraltrol’unica stout prodotta esclusivamente in Irlanda), con aggiunta di malto cioccolato e frumento sottoposto a maltaggio. Rispetto alle due concorrenti del Paese (Guinness e Murphy’s), appare più equilibrata; e, rimasta sorda ai richiami del gusto moderno, si presenta abbastanza asciutta. L’ultimo importante riconoscimento internazionale è del 2005, medaglia d’oro alla Monde Sélection di Bruxelles. Viene commercializzata in lattine da 50 cl con una pallina di plastica all’interno che permette una migliore mescita regolando la produzione di schiuma. Con una morbida effervescenza, la spuma si solleva densa, cremosa, aderente e di straordinaria tenuta. Anche l’aroma è singolare, caldo di malto tostato. Il corpo rotondo ostenta una squisita morbidezza. Nel gusto asciutto e caramellato si esaltano deliziose venature di cioccolato amaro. Note burrose invece si mescolano a suggestioni di crema e di pepe, prima che il finale si perda in una lunga secchezza. Inevitabilmente, il retrolfatto sa di amaro e di tostature.