Brouwerij De Koninck

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Anversa/Belgio
Nel 1827 Joseph Henricus de Koninck rilevò la De Plaisante Hof, una taverna nella zona tra Anversa e Berchem. Sei anni dopo fondò la Brouwerij De Koninck. Il cippo che compare sul logo, con sopra dipinta una mano, un tempo segnava appunto il confine tra le due comunità.
L’azienda passò attraverso varie generazioni, finché Josephina Johanna de Koninck la vendette a Florent van Bauwel che ne era all’epoca il direttore.
Quest’ultimo si mise in società con Joseph van den Bogaert. Rimasti fedeli alla tipologia delle ale, i due riuscirono con perseveranza, dopo il primo conflitto mondiale, a rilanciare la birreria proprio con esse, mentre la maggior parte delle imprese concorrenti si votavano quasi esclusivamente alle pilsner.
Nel 1949 prese il comando dell’azienda Modeste van den Bogaert, figlio di Joseph, che fino al 2000 continuò la produzione strettamente legata alla cultura del territorio.
Nel 1995 fu aggiunta una nuova ala allo stabilimento, dotata di tecnologie avanzate. La tradizionale caldaia fiamminga, rivestita di mattoni e munita di un setaccio per il luppolo rimosso da un sistema a puleggia, è solo un cimelio: oggi vengono utilizzati tini conici per la fermentazione e la maturazione, insieme.
La proprietà dell’azienda invece, l’unico birrificio rimasto ad Anversa, rimase nelle mani della famiglia Van den Bogaert, con Bernard e Dominique, dal 2000 al 2010, quando fu ceduta alla Duvel Moortgat. Comunque, la De Koninck agisce ancora come un marchio autonomo all’interno di questo gruppo.
De Koninck, belgian ale di colore ambrato tendente all’arancio (g.a. 5,2%). È un classico belga, incrocio tra una fruttata best bitter inglese e una morbida altbier tedesca. Rappresenta la birra simbolo di Anversa, la “bevanda dei cittadini”, raffinata alternativa alla classica chiara di bassa fermentazione. Il gusto pieno si coglie ovviamente in quella alla spina, non pastorizzata. Il Pilgrim Café, di fronte alla fabbrica, la serve in un originale bicchiere a coppa, chiamato “bolleke” (“pallina”). Poiché la schiuma è abbondantissima, quella in eccesso viene tradizionalmente offerta in bicchierini come tonico: alcuni clienti l’aggiungono alla birra, altri la bevono dopo. Questa usanza ha finito per diffondersi anche in altri locali cittadini della De Koninck. Il fruttato spadroneggia all’olfatto. Il corpo, da sottile a medio, ha una consistenza cremosa. Il gusto rivela un carattere molto complesso ma di eccezionale equilibrio: leggero, meglio, vellutato di malto, fruttato e rinfrescante di lievito, nonché speziato di cannella. Il luppolo è chiaramente riconoscibile in sottofondo, da dove agisce con discrezione nell’apporto di aromaticità e secchezza. Il Saaz (è, questa, la varietà impiegata) viene allo scoperto nel finale, che risulta energico e pulito nella sua freschezza, lasciando in bocca un piacevole amarognolo. Il produttore consiglia di servire la birra alla temperatura di 7 °C; ma, perché il gusto risalti in modo pieno, ne occorrono perlomeno 12.
De Koninck Blond, belgian ale di un luminoso colore dorato carico (g.a. 6%). È la versione più robusta della De Koninck. Viene inoltre accordato maggiore spazio al luppolo perché elargisca in scioltezza la sua aromaticità. Con un’effervescenza moderata, la spuma si leva densa, compatta, duratura. Al naso domina il luppolo, con sottofondo però fruttato, di lievito e vaniglia. Il corpo, da leggero a medio, è di trama cremosa. Il gusto, dolce e gradevole all’inizio, propone note di mela e pera; segue la secchezza del lievito; conclude la corsa una rinfrescante acidità. Il lungo finale ha una consistenza amara e piccante. Il retrolfatto reca sensazioni di cenere, buccia d’arancia, zucchero bianco.
De Koninck Tripel, abbazia tripel di colore oro molto scuro tendente all’ambra (g.a. 8%); con aggiunta di zucchero di canna biologico. In questo prodotto è l’alcool a farsi la parte del leone: avvolge il palato subito dopo aver concesso all’olfatto di percepire fugacemente l’amaro dalle note di un aroma complesso. Il corpo sembra più che leggero, nella sua trama liscia, per un prodotto di siffatta robustezza. Il gusto si snoda secco, e con tutta la propria forza riscaldante, tra accenti legnosi e qualche rilievo piccante. A sua volta, la carbonazione, da bassa a moderata, genera una bella schiuma cremosa anche se di scarsa durata. Il finale è asciutto e delicatamente luppolizzato. Nella sua lunga persistenza, il retrolfatto eroga un delizioso miscuglio di impressioni dolci, fruttate, amare.
De Koninck Winterkoninck, belgian ale invernale di colore rosso rubino (g.a. 6,5%). Con una morbida carbonazione, la spuma, sottile e cremosa, mostra una pregevole stabilità. L’olfatto si esprime con un soave aroma dai toni caldi e speziati. Il corpo medio tende al sottile, in una consistenza tra oleosa e acquosa. Il gusto defluisce morbido e brioso, intenso e persistente, tra note dolci di caramello, frutta rossa, zucchero candito, marmellata, da una parte e dall’altra, amare di tostature, chiodi di garofano, erbe aromatiche. Il finale apporta una fresca punta di acidità. Nella lunga persistenza retrolfattiva intende prepotentemente dire la sua una singolare complessità di impressioni tostate, fruttate, amare, speziate.