Summit Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Saint Paul, Minnesota/USA
Birrificio artigianale regionale, il secondo più grande del Minnesota, dopo August Schell Brewing Company.
Fu fondato nel 1986 da Mark Stutrud, insieme a un gruppo di amici, sulla St. Paul’s University Avenue.
Le birre ottennero presto un ottimo riscontro, e la società iniziò una crescita costante.
Nel 1998, progettato dall’architetto Peter O’Brien, nasceva, sul lato ovest di Saint Paul, un nuovo birrificio, affacciato sul fiume Mississippi.
Nel 2018 fu completamente rinnovata la Beer Hall, conosciuta anche come Ratskeller, che serve l’intera gamma della casa.
Con una capacità di 240 mila barili all’anno, nel 2017 la Summit “sfornò” ben 115 mila barili di birra, equivalenti a 135 mila ettolitri.
C’è da annotare che, come tutti gli altri produttori del Midwest, la Summit è sempre stata trascurata dalla stampa. Ciononostante, poco per volta è riuscita ad affermarsi, per impegno e qualità, portandosi tra le microbirrerie più in vista e, soprattutto, rimanendo orgogliosamente indipendente.
Del resto, i fondatori partirono con idee ben precise: riscoprire i tradizionali metodi di produzione delle birre artigianali un tempo popolari nel Midwest.
Summit Extra Pale Ale, pale ale di colore bronzo chiaro e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 5,1%). E l’offerta di maggior prestigio, peraltro molto popolare nella zona delle Twin Cities. Con un’effervescenza medioalta, la schiuma bianco sporco si alza abbastanza fine, spessa, cremosa, di sufficiente tenuta e con una minima allacciatura. La finezza olfattiva è gradevole, con un luppolo floreale amaro che si destreggia abilmente tra sentori di caramello, malto biscotto, pane tostato, pino chiaro, marmellata di arance. Il corpo, da medio a leggero, ha una consistenza alquanto cremosa. Nel gusto il rampicante fa sentire ancora la propria presenza, intanto però che si limita ad accompagnare le intense note di un malto granuloso. A metà corsa, il cereale prende una venatura fruttata, e si avvia lentamente verso un finale completamente asciutto. Impressioni aspre, pulite, esaltano un luppolo citrico nella discreta persistenza retrolfattiva.
Summit Great Northern Porter, porter di colore nero intenso con riflessi rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 4,8%); disponibile tutto l’anno. La ricetta prevede malto pale, chocolate, cristallino e caramello; luppoli Northern Brewer, Fuggle e Cascade. Realizzata in perfetto stile inglese, nel 1987 vinse la medaglia d’oro al Great American Beer Festival. La carbonazione è piuttosto contenuta; la schiuma moca, sottile, pannosa, di buona allacciatura e sufficiente ritenzione. Malto tostato, cioccolato fondente, crema, caffè, vaniglia, cacao amaro, allestiscono un gradevole bouquet olfattivo sotto l’egida di un delicato luppolo floreale. Il corpo, abbastanza leggero, presenta una consistena alquanto cremosa con lieve appiccicosità. Il gusto, dominato dall’orzo tostato con sfumature di caffè e cioccolato animate da una sottile affumicatura, può contare su caramello, frutta scura, melassa, confettura di more, liquirizia, per tenersi in perfetto equilibrio. Il finale arriva moderatamente dolce e secco. Un amarore erbaceo da luppolo sostiene con scarsa eleganza le impressioni dello sfuggente retrolfatto.
Summit Winter Ale, english strong ale di colore rosso rubino con sfumature brunastre e dall’aspetto confuso (g.a. 5,9%); creata nel 1987. Una delle migliori winter ale americane, è disponibile da novembre a febbraio. La carbonazione appare piuttosto modesta; la schiuma beige fuoriesce spessa, pannosa, ma non dura più di tanto nella sua bella allacciatura. Malto tostato, frutta scura, caramello, lievito, pasta di pane, melassa, toffee, nocciole, cioccolato fondente, allestiscono un attraente bouquet olfattivo che non soffoca i tenui sentori che spirano dal sottofondo, di noce moscata, terra, scorza d’agrume. Il corpo medio, di consistenza alquanto cremosa, anima un denso, vigoroso gusto di malto che lascia in bocca la calda sensazione di robustezza tipica delle speziate birre invernali. Il finale rivela un carattere leggermente asciutto, con note di pepe e di terra. Impressioni legnose e di un morbido tepore etilico mascherano un peraltro non sgradevole amarognolo.