Sudwerk

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Pfäffikon/Svizzera
Microbirrificio del Canton Zurigo. Fu messo su nel 2010 da Gerry Farrell, un birraio con 20 anni di esperienza arrivato da San Francisco.
Ovviamente tutte le sue produzioni riflettono la Craft Beer Revolution americana. Birre di alta fermentazione che non hanno tardato a farsi un nome. Basti pensare che, dopo solo due anni, venivano distribuite nei supermercati della Coop Svizzera, il secondo operatore della grande distribuzione elvetica.
Sudwerk Wright Flight, wheat ale di colore dorato e dall’aspetto a malapena torbido (g.a. 4,8%); disponibile da marzo a settembre. Il nome è un omaggio ai fratelli Wilbur e Orville Wright, ingegneri e aviatori statunitensi che nel 1903 per primi fecero volare una macchina motorizzata con pilota a bordo. Utilizza lievito per witbier e luppoli dell’Oregon. Con una carbonazione molto leggera e modesta, la schiuma bianca sbocca sottile, compatta, cremosa e di buona tenuta. Una certa asprezza al naso porta il pensiero alla saison: malto tostato, agrumi, frutta acida, uva spina, luppolo erbaceo, e una sfumatura di lievito. Il corpo tende decisamente allo scarno, in una consistenza peraltro molto acquosa. Il gusto si snoda quasi in sordina, con una nota fruttata acida e però piacevole asprezza, mentre dal fondo si levano suggerimenti di banana, lievito, grano, caramello. Il finale asciuga in fretta e furia, ma bene, il palato. Timide impressioni amarognole connotano lo sfuggente retrolfatto.
Sudwerk Western Rider, american pale ale di colore ramato e dall’aspetto velato (g.a. 5%); ispirata alla West Coast. Con una moderata effervescenza, la schiuma ocra emerge minuta, compatta, cremosa, abbastanza persistente. L’aroma non è certo esplosivo, comunque fresco e pulito, a base di malto, lievito, cereali, frutta tropicale, caramello tostato, pompelmo, noci, polpa d’arancia; e con una sfumatura floreale. Il corpo medio ha una consistenza leggermente oleosa. Il gusto, dopo l’attacco di malto, caramello, noci, biscotto, e un breve passaggio di frutta tropicale, prende decise note amare di scorza d’agrumi, per chiudere la corsa in “bella” secchezza, terrosa e piccante. Nel retrolfatto, c’è un accenno di ritorno del cereale, subito strozzato dalle ruvide impressioni di un rinfrescante luppolo agrumato.
Sudwerk Gold Miner, golden ale di colore dorato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 4,8%); una proposta estiva dalla disponibilità limitata. Brassata in stile californiano, è dedicata a Johan Suter, un tedesco del Baden-Württemberg che, trasferitosi in Svizzera, a Burgdorf (nel Canton Berna), da semplice apprendista, divenne presto un commerciante. Nel 1834 però, sommerso dai debiti, per sottrarsi al processo, fuggì in America, assumendo il nome di John Augustus Sutter. Nel 1843 ottenne dal governatore del Messico il permesso di colonizzare la zona orientale della California, dove stabilì la colonia di Nuova Helvetia. Cinque anni dopo un suo dipendente trovò dell’oro sulle rive dell’American River: ebbe così inizio la cosiddetta “corsa all’oro”. Con una moderata effervescenza, la schiuma bianca, piuttosto grossolana ma cremosa, ostenta sufficiente tenuta. L’aroma si libera alquanto dolce e granuloso, con malto caramellato e polpa di agrumi, in testa; a seguire, erbe, radice, luppolo floreale, e solo una sfumatura di spezie. Il corpo leggero si avvale peraltro di una consistenza decisamente acquosa. Nel gusto, l’ingresso biscottato si tira subito dietro la polpa d’arancia; ma, ugualmente, non tarda ad arrivare l’amaro equilibratore delle erbe e della scorza di pompelmo. La meticolosa secchezza del finale deterge il palato, predisponendolo alle sensazioni piacevolmente amare apportate, questa volta, dalla scorza di limone.
Sudwerk Pacific Pioneer, porter di colore nero ebano e dall’aspetto opaco (g.a. 6%). Birra stagionale in edizione limitata, e disponibile da ottobre a marzo, viene brassata con sette tipi di malto e tre varietà di luppolo della West Coast. È dedicata ai “pionieri del Pacifico”, ovvero Meriwether Lewis e William Clark, che, inviati nel 1804 dal presidente Thomas Jefferson, raggiunsero via terra, da Pittsbourg, la costa pacifica due anni dopo. La carbonazione è piana; la schiuma beige, sottile, densa, cremosa, abbastanza durevole e aderente. L’aroma si apre intenso e perfettamente pulito, a base di malto torrefatto, caffè, toffee, cioccolato fondente, pane, caramello, frutta scura, biscotti al burro, vaniglia, liquirizia; intanto che dal sottofondo alitano terra, fumo, torba. Il corpo medio ha la tipica consistenza a chiazza di petrolio. Il gusto, ricco e complesso, si snoda con buona secchezza, lievi note erbacee resinose, delicato luppolo amaro, discreta acidità da tostature. Il finale sa tanto di foglie essiccate, cacao in polvere, luppolo legnoso. Ancora tostature e caffè esalano dal retrolfatto, a rendere piacevolmente amare le sue lunghe suggestioni.