Pivovar Vysoký Chlumec

Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Vysoký Chlumec/Repubblica Ceca
Siamo in un villaggio della Boemia Centrale, precisamente nel distretto di Příbram.
Qui, a cavallo dei secoli XIV e XV, probabilmente a opera dei Dietrich z Janovic, sorse il birrificio Vysoký Chlumec che, divenuto nel 1474 di proprietà della famiglia aristocratica Lobkowicz, prese il nome di Pivovar Vysoký Chlumec Max Lobrowicz.
Distrutta durante la guerra dei trent’anni, nel 1652 la fabbrica fu ricostruita, ma nazionalizzata nel 1948.
Nel 1992 il birrificio fu restituito alla famiglia Lobkowicz che lo modernizzò parzialmente, rinominandolo Prince’s Pivovar Lobkowicz.
Nel 2005 la famiglia Lobkowicz vendette, prima la metà dell’azienda, e poi il resto, alla società tedescaLBC Managerment GmbH. Infine, nel 2008, il birrificio entrò a far parte del Pivovary Lobrowicz Group; ma prese il nome attuale soltanto nel 2012.
Lobkowicz Premium, czech pilsener di un limpido colore dorato (g.a. 4,7%). Con un’effervescenza decisa, la schiuma bianca trabocca enorme, soffice, pannosa, durevole e aderente. L’aroma è ricco e forte, a base di malto, fieno, caramello, paglia, mais, pasta di pane, che aleggiano tra sentori vegetali e di luppolo floreale. Il corpo, decisamente leggero, scorre che è un piacere, in una consistenza fin troppo acquosa. Il gusto ha un inizio piuttosto dolce di malto; poi cominciano a emergere note amare di terra e luppolo erbaceo, e la musica cambia, sin al corto finale compiutamente asciutto e amaricante. Nello sfuggente retrolfatto il malto accenna timidamente a un ritorno. Ritorno, che, contrastato benevolmente da un “morso” carbonico acido, rende il commiato senz’altro nostalgico per la sua piacevolezza.