Old Dominion Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Ashburn, Virginia/ USA
Nel 1989 Jerry Bailey, ex impiegato governativo, fondò a Ashburn, non lontano dall’aeroporto internazionale di Washington-Dulles, il microbirrificio Old Dominion, dal nome che nel 1607 gli inglesi diedero alla Virginia, la prima loro colonia stabile in territorio americano.
La Old Dominion, oltre a “sfornare” valenti birrai finiti in diversi birrifici americani, dal 1996 al 2006 ospitò un festival annuale della birra che fece da vetrina ai piccoli birrai della regione, anche ad alcune birrerie statunitensi ed europee. E gestiva un brewpub presso il birrificio che sarà chiuso nel 2008 per la crisi economica degli Stati Uniti.
Poi, nel 2007, Bailey vendette l’azienda alla Fordham Brewing Company, fondata nel 1703 da Benjamin Fordham a Annapolis, nel Maryland. L’acquisto fu finanziato in parte da Anheuser-Busch con una partecipazione di minoranza nelle due birrerie. Nacque così la Fordham & Dominion Brewing Company, con le due fabbriche che però producevano ognuna i propri marchi. Infine, nel 2009, la produzione fu unificata e trasferita in una nuova location, a Dover, nel Delaware.
Dominion Octoberfest, tradizionale oktoberfest/märzen bavarese di colore ambrato con riflessi rossastri e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 6,4%); lavorata con malto viennese. Con una moderata effervescenza, la schiuma bianchiccia emerge fine, cremosa, e lascia una bella allacciatura al vetro. L’aroma è dolce, caramellato, alquanto granuloso, anche legnoso, con delicati sentori speziati e di luppolo floreale. Il corpo, da leggero a medio, ha una vellutata consistenza cremosa. Il gusto si snoda intenso e soffice, con un delizioso malto dalle sottili marcature di nocciolato. Non manca ovviamente quella punta di acidità che apporta freschezza e brio; come non si può non elogiare lo straordinario equilibrio che le note dolci dei cereali riescono a combinare con l’amarognolo erbaceo e del luppolo speziato. Il finale appare piuttosto aspro, nella sua secchezza di origine vegetale. Nel discreto retrolfatto il dolciastro del malto finisce per essere un po’ appiccicoso.
Fordham Helles Lager, dortmunder/helles di colore giallo paglierino pallido e dall’aspetto a malapena intorbidito (g.a. 5,1%). La carbonazione appare di media intensità, con una schiuma bianca enorme, pannosa, ma non di tanto lunga durata. Al naso, malto, fieno, pasta di pane, caramello e vaniglia armonizzano coi sentori, piuttosto aspri, floreali, erbacei e di luppolo agrumato. Il corpo, medio-leggero, presenta una trama tipicamente acquosa. Il gusto è abbastanza pieno, quasi robusto, con la dolcezza del malto, dei biscotti e del caramello che sanno bene come prendere le note amare del luppolo erbaceo per non farsi sopraffare. Il finale è di un malto cremoso che si tiene ai limiti dell’amabilità. Suggestioni dolceamare ricordano, nel retrolfatto, la mela, gli agrumi, le erbe aromatiche.