McAuslan Brewing

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Montreal/Canada
Nel 1987, dopo 25 anni di homebrewing, Peter McAuslan, segretario generale del Dawson College di Quebec, lasciò il proprio lavoro per dedicarsi all’arte brassicola. Assunse il famoso mastro birraio inglese Alan Pugslei e, nel gennaio del 1989, inaugurò, nel quartiere di St-Henri, in St-Ambroise Street, la McAuslan Brewing. Presto diventato uno dei più importanti del Quebec, questo microbirrificio annoverava, tra i fondatori, anche la moglie di Peter, la biologa Ellen Bounsall, vice presidente e poi mastro birraio.
La prima birra, St-Ambroise Pale Ale, fu un vero exploit; e, nel giro di quattro anni, vennero alla luce altri tre prodotti. Nei sette anni successivi ne comparvero ancora quattro: un successo dietro l’altro. Birre giudicate dai critici internazionali tra le migliori del mondo.
Con l’entrata nel 2002, come azionista di minoranzara, della Moosehead Breweries, lo stabilimento fu notevolmente ampliato, e la produzione annuale raggiunse i 70 mila ettolitri di birra. Ma nel 2008 la Moosehead Breweries vendette la propria quota societaria a Les Brasseurs RJ.
Nello stesso 2008, la McAuslan concluse con Les Brasseurs RJ una partnership commerciale per le vendite, il marketing e la distribuzione delle rispettive marche anche fuori del Quebec. Nel 2013 i fondatori e gli azionisti di maggioranza della McAuslan Brewing vendettero le proprie partecipazioni a Les Brasseurs RJ.
Le birre, tutte dal piacevole carattere di luppolo, vengono presentate sotto due etichette: McAuslan e St-Ambroise. Quest’ultima prende il nome da St-Ambroise Street (dove ha sede l’azienda), dedicata ad Ambrogio. C’è da ricordare che Montreal fu fondata dai francesi nel 1642. Nello stesso anno, a opera di J.J. Olier, nacque a Parigi la Compagnia di san Sulpizio che non prevede l’assunzione dei voti, bensì la semplice vita comunitaria. Sicché il sulpiziano Ambrogio poté ottenere dal re di Francia Luigi XIII il territorio di Montreal e, secondo la leggenda, fu il primo birraio della città.
St-Ambroise Pale Ale, american pale ale di colore rosso scuro e dall’aspetto trasparente (g.a. 5%); la birra ammiraglia dell’azienda. Due volte medaglia d’argento, nel 1994 e 1996, al Campionato Mondiale della Birra; medaglia d’oro, nel 2004, ai Canadian Brewing Awards, si presenta riccamente luppolizzata, dall’inizio alla fine. Con una moderata effervescenza, la schiuma beige emerge sottile, cremosa, di buona stabilità e sufficiente allacciatura. Il luppolo Cascade utilizzato impronta l’olfatto con la propria aromaticità fruttata; mentre dal sottofondo spirano tenui sentori floreali e vegetali, nonché qualche accenno di malto granuloso, bacche rosse, lievito, marmellata di fragole. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza più grassa che oleosa. Il gusto, pieno, rotondo, fluido e brillante, si snoda nella sua secchezza di luppolo, tra fresche e pulite note di agrumi che lo rendono molto gradevole e accattivante. Il finale, breve e moderatamente amaro, introduce un discreto retrolfatto croccante di erbe speziate.
St-Ambroise Noire à l’Avoine/Oatmeal Stout, oatmeal stout di colore nero intenso e dall’aspetto opaco (g.a. 5%); interessante prodotto tradizionale. Viene preparata con malto scuro e orzo tostato, nonché aggiunta della canonica farina di avena. È proprio la farina di avena che, con una carbonazione soffice, assicura alla schiuma cachi cremosità e persistenza. L’aroma si spande abbastanza complesso, ponendo in evidenza acuti profumi di cacao amaro, con accenni di caramello, malto bruciato, vaniglia, liquirizia, pane scuro, frutta secca. Il corpo, benché piuttosto pesante nella sua consistenza quasi oleosa, scivola in bocca deliziosamente. Il gusto sembra quello del caffè torrefatto e del cioccolato, asciutto e profumato, pastoso e invitante. Note di cenere, terra, carbone di legna, caratterizzano il breve finale, che si perde languidamente tra le suggestioni secche e amare di caffè nero.
Griffon Brown Ale, brown ale di colore marrone rossastro e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 4,5%); conosciuta anche come Griffon Rousse/Brown Ale. Viene prodotta secondo la tradizione inglese. Utilizza doppio malto d’orzo canadese e malto Carastan importato, nonché orzo e frumento tostati. L’aromatizzazione invece prevede tre varietà di luppolo: il tedesco Tettnang, l’inglese Golding e l’americano Willamette. Con una moderata effervescenza, la spuma beige, enorme, vaporosa, si dissipa rapidamente. L’aroma spira forte, ostinato, di luppolo floreale e orzo torrefatto; mentre dal sottofondo esalano tenui sentori di fumo, grani arrostiti, lievito, malto bruciato, spezie a base di erbe. Il corpo, da sottile a medio, ha una consistenza un po’ acquosa. Il gusto, moderatamente dolce, si evolve in note secche e pulite, di luppolo erbaceo e di frumento. Il lungo finale è ispirato da malto tostato e polvere di cacao. Il retrolfatto invece si rivela piuttosto corto nella sua leggerezza fruttata.
Griffon Extra Blonde/Extra Pale Ale, golden ale di un avvincente colore dorato e dall’aspetto brillante (g.a. 5%); tra le più interessanti premium canadesi. La carbonazione è piuttosto contenuta; la spuma bianca, spessa e cremosa, disegna bei “merletti di Bruxelles” alle pareti del bicchiere. L’attraente finezza olfattiva elargisce aromi di agrumi e di luppolo fresco, con qualche accenno floreale, di miele, grano, malto, erbe. Il corpo, da medio a pieno, presenta una trama fra oleosa e grassa. Ruvido, quasi aspro all’attacco, il gusto si evolve quindi in note morbide di malto dolce e fruttate, portando a termine la lunga corsa con una netta asciuttezza dall’accento acido che preannuncia il delicato, piacevole, amarognolo del retrolfatto.
Nel 1997 nacquero le quattro birre stagionali, prodotte una sola volta all’anno. Di esse:
St-Ambroise Framboise/Raspberry Ale, fruit beer di colore rosso rubino e dall’aspetto nebuloso (g.a. 5%); la birra estiva. D’ispirazione belga, viene prodotta con aggiunta di lamponi freschi in purè e non subisce il filtraggio. Con una vivace effervescenza, la spuma rosa, spessa e abbondante, si abbassa lentamente lasciando un piccolo pizzo alle pareti del bicchiere. L’aroma fruttato sprigiona deliziosi profumi di lamponi, in parte coperti dagli emergenti sentori di ribes nero. Il corpo, medio-leggero, ha una trama piuttosto sciropposa. Il gusto si estrinseca fresco, brioso, gratamente abboccato, con sottili note di lievito e di lampone che mandano in sollucchero il palato. Il finale equilibratore arriva pressoché aspro nella sua secchezza. La sufficiente persistenza retrolfattiva esala impressioni lievemente acidie, amare… piacevoli.