Crouch Vale Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

South Woodham Ferrers/Inghilterra
Microbirrificio dell’Essex, fondato nel 1981 da Colin Bocking e Rob Walster. Quest’ultimo però se ne andò poi a gestire un pub poco lontano. Il nome invece è dovuto alla vicinanza al fiume Crouch.
La produzione annua, che supera i 5 mila barili, si compone di molte birre fisse e anche di tante stagionali, tutte spiccatamente luppolizzate nella migliore tradizione inglese (spesso con luppoli americani o neozelandesi).
La Crouch Vale possiede un pub a Chelmsford, The Queen’s Head, che serve anche le birre di altre microunità inglesi.
Crouch Vale Brewers Gold, blond ale di colore oro chiaro (g.a. 4%). È la birra più nota dell’azienda, che assorbe più del 50% della produzione totale. Nel 2005 e nel 2006, fu riconosciuta dalla CAMRA “Supreme Champion Beer of Britain”. Con una carbonazione moderata, la schiuma si forma piuttosto grossolana ma cremosa. L’aroma è di normale intensità, a base di frutta, anche tropicale, agrumi, miele, luppolo speziato. Il corpo, abbastanza leggero, ha una consistenza oleosa. Il gusto inizia con un tenue malto, per passare al fruttato e, infine, a un amarore erbaceo quasi astringente. Il finale ha il compito di ripulire il palato con la sua secchezza, in attesa di un lungo retrolfatto dalle suggestioni floreali farinose.
Crouch Vale Amarillo, blond ale di colore dorato (g.a. 5%); con a protagonista il luppolo Amarillo ovviamente, anche se non è il solo utilizzato. La spuma biancastra, minuta e di scarsa durata, è gestita da un’effervescenza piuttosto piana. L’aroma si libera dolce e sottilmente piccante, con luppolo floreale, grano, caramello, burro. Il corpo è leggero e di trama oleosa. Caramello, grano, frutta, agrumi, luppolo terroso, danno vita a un lungo sapore di notevole intensità. Il finale apporta una rinfrescante punta di acidità. Un ruvido retrolfatto eroga impressioni fruttate amare.
Crouch Vale Brand X, blond ale di colore dorato pallido (g.a. 4,1%). Il nome è dovuto all’utilizzo di un luppolo nuovo, ancora in fase sperimentale (Experimental Pine Fruit), proveniente dalla Yakima Valley (USA). La carbonazione ha una consistenza media; la schiuma, un minimo di allacciatura e sufficiente stabilità. Profumi aspri di agrumi, con qualche sentore di fragola, paglia, malto, lievito, luppolo erbaceo, allestiscono un gradevole bouquet. Il corpo è decisamente sottile, e di una tessitura tra grassa e acquosa. Su una solida base di malto biscotto si snoda a proprio agio un piacevole gusto di frutta tropicale, caramello, erbe aromatiche. Il finale arriva secco e amaro, quasi citrico. Un piccante amarognolo spira brevemente dal retrolfatto.