Bullmastiff Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Cardiff/Galles
Microbirreria aperta nel 1987 dai fratelli Bob e Paul Jenkins col nome della razza dei loro amatissimi cani.
Nel 1992, per la costruzione del porto turistico per imbarcazione, la fabbrica si trasferì a Leckwith, un villaggio appena a ovest di Cardiff. Nel 2015 infine fu rilevata da un imprenditore locale amante delle ale, Andy Mackie, insieme alla moglie, Ramphai.
Con i nuovi proprietari, continua la produzione di ale in fusto di ottima qualità, purtroppo non reperibili tanto facilmente.
Bullmastiff Welsh Gold, blond ale di colore biondo dorato (g.a. 3,8%). Con una carbonazione quasi piatta, la spuma emerge bassa, soffice, di rapida dissoluzione. La leggera luppolizzazione si fa subito notare: malto, caramello, fiori, ortica, limone, fieno, pepe, hanno campo libero e si esprimono a proprio agio, con una finezza gradevole. Il corpo, da leggero a medio, presenta una consistenza acquosa. Il gusto invece è letteralmente dominato dal luppolo, fruttato, asciutto, moderatamente amaro; solo verso il centro di una corsa media trovano un minimo spazio note fruttate e di agrumi, anche di nocciola. Nel breve retrolfatto, che tiene dietro a un lungo finale ripulente, si esibisce qualche impressione amabile.
Bullmastiff Son of a Bitch, strong ale di colore ambrato un po’ nebuloso (g.a. 6%, in precedenza anche 6,5% e 6,4%). È la birra più forte della casa. Il nome significa “figlio di buona donna”, ed è molto significativo. L’effervescenza è abbastanza moderata; la schiuma, cremosa e di eccellente allacciatura. L’aroma si libera con una certa decisione e persistenza, di malto e di luppolo, non senza qualche accenno fruttato e di caramello. Il corpo appare rotondo, pieno, gagliardo, e con una trama da grassa ad acquosa. Il gusto fruttato vira, morbidamente intrigante, a un finale pulito e secco che preannuncia il lungo, profumato, amarognolo retrolfatto di luppolo.