Brouwerijen Alken-Maes

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Mechelen/Belgio
Un tempo la Alken e la Maes erano due fabbriche di birra concorrenti.
Nel 1849 Lieven van Hooymissen aprì a Waarloos, in una regione famosa sin dall’antichità per la sua limpida acqua viva, una piccola brasserie, Sint Michaël. Non potendo poi pagare i debiti contratti con l’uomo d’affari Egied Maes nel 1880 fu costretto a cedergli la birreria.
Era il periodo in cui tutti i birrai seguivano la moda del momento, rincorrendo la pils di origine ceca. Anche i belgi, maestri nell’alta fermentazione, avevano intuito l’enorme potenziale commerciale della birra dorata, poco alcolica e leggermente amara. Volendo quindi sviluppare piani ambiziosi per la sua birreria, nel 1901 Egied passò l’azienda ai due figli più giovani, Ferdinand e Theophiel, che introdussero la meccanizzazione moderna. La rivoluzione richiese il cambiamento del nome della società, che divenne Brasserie-Malterie à vapeur St-Michaël-Frères Maes.
Attraverso investimenti, ampi lavori di ristrutturazione e acquisizioni, continuati dalla terza generazione Maes entrata in scena nel 1926, l’azienda diveniva sempre più grande, dotandosi addirittura di una sala di cottura di qualità.
Nel 1930, all’Esposizione Universale di Anversa, presentò la propria pilsner, Helles, che però, a causa di un conflitto di marchio di fabbrica, fu ribattezzata Prima, divenendo nel 1932 nota come Prima Maezenbier.
Nel 1940 la Maes già produceva 70 mila ettolitri di birra all’anno. Nel 1946 lanciò una nuova pilsner, Maes, perfettamente messa a punto sulla base dell’esperienza accumulata in materia. Era, se non la prima, una delle prime pilsner belghe, che divenne presto molto popolare e marchio di punta dell’azienda. All’epoca, la rivale Stella Artois era una birra di Natale.
Negli anni Cinquanta e fin quasi alla fine dei Sessanta, la Maes si espanse fortemente sul mercato. Poi il consolidamento della birra belga costrinse l’azienda a cercare, nel 1969, un partner più grande di sé. La Maes finiva così nelle mani del colosso britannico della birra Watney Mann di Londra.
Sotto Watney Mann, la Maes continuò a potenziare la sua posizione sul mercato, raggiungendo addirittura, nel 1978, il traguardo di un milione di ettolitri.
Dopo aver rilevato, nel 1977, la Vanden Heuvel-Ixelberg di Bruxelles; acquistò, nel 1978, la Brasserie-Malterie L’Union di Jumet; nel 1979, la Brasserie des Houillières di Allouagne, in Francia.
Chiaramente, il colpo più grosso fu L’Union, specializzata nelle birre di alta fermentazione. Fondata nel 1864, questa fabbrica era poi diventata una cooperativa, consolidando gran parte del mercato locale e continuando a crescere, in particolare attraverso una serie di acquisizioni iniziata nel 1950.
Nel 1985, la Maes ritornò alla famiglia Maes, con un geniale leveraged buy-out operato da Theo, pronipote di Egied. Ovvero l’azienda fu rilevata dalla Company Overview of Belgian United Beverages NV, società controllata al 51% da Theo Maes e al 49% dal gruppo Akkerman & van Haaren, una holding belga presente in diversi settori.
A sua volta, a circa 100 chilometri da Waarloos, nel Limburgo, ad Alken, nel 1881 Arthur Boes comprò la Brouwerij Alken. Ma fu suo figlio, Edouard, a portare l’azienda al livello nazionale. Nel 1922 rilevò la rivale Brouwerij Wygaerts. Costituì quindi una nuova società, NV Brouwerij van Alken, con Joseph Indekeu, di una vecchia famiglia di birrai. All’inizio del 1924 era pronta la nuova fabbrica. Ebbe quindi inizio lo sviluppo di una propria pilsner, che, lanciata nel 1928 come Alken Cristal, divenne in fretta una delle birre più famose del Paese, tuttora la più gettonata nel Limburgo.
La forte espansione sul mercato belga della Brouwerij Alken attirò le attenzioni del gruppo francese BSN, proprietario della Kronenbourg. Nel 1978 cominciò la partecipazione nella Alken; due anni dopo avvenne il pieno controllo; nel 1982 la fusione, come Brouwerijen Alken-Kronenbourg.
Nel 1988 Theo Maes stipulò un accordo col gruppo BSN: con una quota del 25%, diventava amministratore delegato della nuova azienda, Brouwerijen Alken-Maes, con sede a Waarloos.
Nello stesso anno la Alken-Maes rilevò la fabbrica di birra Campina di Dessel, chiudendola l’anno dopo. Mentre la sua bionda pilsner, Golding Campina (g.a. 5%), fu mantenuta in produzione solo per un certo periodo.
Comprò nel 1989 per il 50% la Brouwerij De Keersmaeker di Kobbegem, specializzata in birre di fermentazione spontanea, che, a sua volta, aveva rilevato e chiuso la Brewery Eylenbosch di Schepdaal. Raggiunse inoltre un accordo di licenza con la Miller Brewing Company per produrre una birra in stile europeo chiamata Miller Speciale Premium. Ma, nel 1993, Theo Maes vendette la sua quota al gruppo BSN, uscendo dalla società.
La Brouwerij Anglo-Belge di Zulte, nelle Fiandre Orientali, sorta nel 1891, si era fatto un nome vuoi per le birre (in particolare, una splendida stout) vuoi per un prelibato aceto di vino e distillati a base di frutta e di erbe (tra cui un ricercatissimo liquore al ginepro). Nel 1977 però fu acquistata dalla Kronenbourg e chiusa 12 anni dopo. La sua Zulte, ale in stile inglese, di colore rosso ambrato (g.a. 4,7%), prodotta fino al 2007 a Jumet, è stata ormai abbandonata.
Nel 2000 la Alken-Maes comprò il resto della De Keersmaeker, che prese così il nome di Brewery Mort Subite. Nello stesso anno, comprò le Brasseries Demarche di Ciney e i suoi marchi: Brugs White e Ciney. Mentre il gruppo BSN vendeva tutti i produttori di birra in Francia, in Italia e in Belgio alla Scottish & Newcastle.
Nel 2002 la Alken Maes rilevò, e chiuse successivamente, la Brouwerij Louwaege Brewery di Kortemark. La sua Hapkin quindi venne prodotta fino al 2007 a Jumet.
Nel 2003 fu chiusa la fabbrica di Waarloos e la sua produzione fu trasferita ad Alken; nel 2007 fu chiusa anche la fabbrica di Jumet e anche la sua produzione passò ad Alken. Pertanto la produzione della Alken-Maes venne tutta concentrata ad Alken.
Nel 2008 la Scottish & Newcastle veniva rilevata dalla Carlsberg e dalla Heineken. La Alken-Maes finì alla Heineken.
Entro la metà del primo decennio del secolo XXI, il rinnovato interesse per le varietà di birra tradizionali portò la Alken-Maes a lanciare la produzione del faro, una birra lambic che era in gran parte scomparsa dal mercato dopo la seconda guerra mondiale. La crescente risposta dei consumatori alla società di altre birre lambic e soprattutto l’etichetta Mort Subite, incoraggiò invece l’azienda a espandere la propria capacità produttiva nel proprio impianto di Kobbegem nel 2006.
Nel 2011 la sede della Alken-Maes venne fissata a Mechelen. Dallo stesso anno la Alken-Maes importa il marchio Desperados, della Heineken, prodotto in Francia e in Polonia.
Quindi sotto il nome di Alken-Maes figurano in Belgio, oltre alla fabbrica di Alken, la più grande, anche le fabbriche di Opwijk (Affligem) e quella di Kobbegem (Mort Subite).
Con oltre 2 milioni 300 mila ettolitri annui, l’azienda risulta secondo produttore in Belgio e controlla un quinto del mercato nazionale.
Non viene invece più prodotta dal 1996, anno in cui fu lanciata, la Maes Cool, ice beer dorata (g.a. 5,7%): la risposta alla moda americana delle birre filtrate molto limpide, in particolare, alla Labatt Ice della Interbrew.
Cristal Alken, pilsner di colore oro, non pastorizzata (g.a. 4,8%); la più luppolizzata delle pilsner belghe di rilievo. Esemplare di birra “cristallina”, come sovente vengono indicate le lager dorate, risulta davvero ben fatta: luppolizzata, per il bouquet, soprattutto con fiori della varietà Saaz; fermentata a temperatura relativamente bassa; affinata per un lungo periodo. L’aroma di luppolo esala con straordinaria freschezza. Il gusto, all’inizio di malto, si fa via via delicatamente amaro, per terminare la corsa in perfetta regola, tra una vivacità secca e dissetante.
Cristal 1928, pilsner bionda (g.a. 5,8%); edizione speciale della Cristal Alken, realizzata nel 2008 per l’80° anniversario della fondazione del birrificio. Con un’effervescenza media, la schiuma si alza densa, cremosa, stabile, e aderente. Il granuloso aroma dolciastro, di malto e cereali, è delicatamente bilanciato da un amarore erbaceo. Il corpo, da leggero a medio, appare piuttosto oleoso. Anche al palato l’equilibrio gustativo si rivela perfetto: malto, mais, cereali, note citriche, da una parte e dall’altra, erba, verdure, spezie, luppolo terroso. Il corto finale asciutto introduce un sufficiente retrolfatto, dolce di malto e amaro di luppolo.
Faro Alken, lager dal basso tenore alcolico, di colore marrone scuro, quasi nero (1,3%). Il termine faro vuol solo indicare che si tratta di una birra zuccherata e colorata; viene infatti dolcificata con saccarina. Ha un’effervescenza media, schiuma bassa e di non lunga durata, aroma dolciastro di malto e caramello, corpo sottile, gusto molto dolce a base di caramello e zucchero con una nota di limone.
Special Alken Blonde, lager bionda dal basso tenore alcolico (1,3%). Propone un’effervescenza quasi piana, schiuma bassa e densa, granuloso aroma di luppolo erbaceo, corpo scarno, gusto di malto e frutta con rivestimento dolce, finale amaro.
Freedom Pils, pilsner di colore dorato chiaro (g.a. 4,8%). Si presenta con un’effervescenza media, schiuma vaporosa ma poco stabile, debole aroma di luppolo fiorito, corpo leggero, gusto vagamente dolce a base di granaglie, finale corto e amaro, discreto retrolfatto con dolcezza di cereali.
Cara Pils Alcohol Free, lager analcolica di colore giallo arancio: effervescenza bassa e morbida, schiuma di medie dimensioni con buona allacciatura, tenue aroma di malto, corpo sottile di consistenza grassa, gusto dolciastro di malto dalla corsa regolare, breve finale amaro.
Maes Pils, pilsner dorata; conosciuta anche come Maes Pilsener. Dopo Jupiler e Stella Artois, è la terza pilsner più venduta in Belgio. Dal 2009 ha cambiato la ricetta (utilizzo di materie prime fermentabili più solide, con esclusione del frumento), determinando un leggero cambiamento di gusto (più amaro) e un aumento della percentuale di alcol (dal 4,9% al 5,2%). Per celebrare il cambiamento Maes è stata rinominata con un nuovo logo, un nuovo rilievo bottiglia e un nuovo slogan descrittivo “Extra Mout/Malt Extra”. Dallo stesso anno nei Paesi Bassi è distribuita dalla Heineken. Viene prodotta con acqua demineralizzata, malto proveniente in gran parte dalla Boemia e dalla Moravia e trasformato tuttora secondo il sistema “a pavimento”, luppolo della varietà Saaz. Perché mantenga infine una delicata fragranza, la birra non subisce la pastorizzazione, bensì un doppio filtraggio a freddo. La carbonazione media sviluppa una spuma sottile e aderente, ma di scarsa persistenza. Nell’aroma di luppolo si avverte qualche sentore di spezie. Il corpo ha struttura leggera, secca, armoniosa. Al palato, con la dolcezza del malto che rimane quasi in sordina, il luppolo può esprimersi a proprio agio, predisponendo un finale del tutto asciutto e pulito.
Maes Pils Alcoholvrij/Sans Alcool, lager bionda dal basso tenore alcolico (0,4%). Presenta un’effervescenza quasi tagliente, schiuma bassa e di scarsa durata, labile aroma di luppolo, corpo scarno, gusto dolciastro di malto, retrolfatto breve e amaro.
Maes ZérO%, lager analcolica di colore oro vecchio; in produzione dal 2007. Utilizza malto di frumento, acido ascorbico, limone ed estratti di calce. Presenta un’effervescenza decisa e morbida; schiuma, minuta e con scarsa allacciatura; aroma granuloso, con sentori di limone, lime, buccia d’arancia; corpo sottile e appiccicoso; gusto, di agrumi, con un’opportuna nota amarognola; finale abbastanza asciutto; corto retrolfatto dalle impressioni piuttosto metalliche.
Maes Radler 0,0% Citroen, radler analcolica.
Maes Radler Citroen/Citron, radler di colore giallo paglierino (g.a. 2%); miscela di Maes Pils (40%) e succo di limone (60%). Fu immessa in commercio nel 2013.
Maes Radler Pompelmoes, radler di colore arancio chiaro (g.a. 2%); miscela di Maes Pils (40%) e succo di pompelmo (60%). Fu lanciata nel 2014.
Judas, belgian strong golden ale di colore biondo ocra (g.a. 8,5%); rifermentata in bottiglia. Lanciata nel 1986, venne prodotta a Jumet fino al 2007. La presenza di lieviti determina un aspetto a malapena velato; mentre la lunga maturazione equilibra perfettamente la forza del corpo e la rotondità del sapore. La schiuma, abbondante e densa, risente dell’elevato tenore alcolico e non dura molto. L’aroma si apre gradevolmente fruttato, pungente e ben luppolizzato. Il corpo riesce, con una notevole struttura, a imbrigliare la scalpitante alcolicità per l’intera corsa. Il gusto soffice, caldo e avvolgente, sa di lievito e di frutta fresca con una punta acidula. Il finale sopraggiunge asciutto e amaro. Nel lungo retrolfatto il sentore di malto è avvolto da una nebulosa alcolica. La bottiglia va conservata in posizione verticale; il prodotto invece, deve essere versato lentamente, in modo da far rimanere il sedimento sul fondo.
Hapkin, belgian strong golden ale di colore dorato chiaro (g.a. 8,5%). Il nome deriva dal nobile Boudewijn Hapkin, famoso per praticare il lancio dell’ascia. L’effervescenza è piuttosto vivace; la schiuma, spessa e cremosa, di sufficiente durata. Al naso, un luppolo speziato e il lievito fruttato sono bilanciati dalla dolcezza del malto. Il corpo è strutturato, ma scorrevole, quasi vellutato. Il sapore, molto pulito, si avvale del perfetto equilibrio tra cereale e amaricante. Il finale arriva fruttato, dolceamaro. Il retrolfatto, lungo, persistente, si rivela asciutto, amarognolo.
Watneys Scotch Ale, english strong ale di colore rosso scuro con screziature marrone (g.a. 8%). Una referenza della Watneys di Londra, pervenuta alla Scottish & Newcastle tramite la Scottish Courage e prodotta a Jumet fino al 2007. Si propone con una morbida effervescenza media; schiuma beige bassa di non lunga durata; aroma di albicocca e frutta scura, con richiami di caramello, cioccolato e lievito piuttosto aspro; corpo medio di consistenza oleosa e appiccicosa; lungo finale di una dolcezza alcolica; sufficiente retrolfatto leggermente amaro.
Scottish Courage Slalom Strong, premium strong ale di colore giallo oro intenso (g.a. 9%). È una birra di origine scozzese, realizzata nel 1964 e pervenuta alla Heineken tramite la Scottish & Newcastle. L’effervescenza è mediobassa; la schiuma, sottile, cremosa, ma di scarsa durata. L’olfatto propone sentori di malto, grano, mais, anche alcol e fieno bagnato. Il corpo appare da medio a pieno. Il gusto inizia abboccato per assumere man mano una consistenza amara. Il finale mette in evidenza tutta la forza alcolica. Il retrolfatto persiste nella sua luppolizzazione amara.
Brugs Tarwebier, witbier di colore giallo paglierino (g.a. 4,8%); conosciuta anche come Blanche de Bruges e Brugs White. È la tradizionale bière blanche belga. Ha un’effervescenza media; schiuma cremosa non così alta tanto meno tenace; aroma di agrumi con sentori di frumento e lievito quasi floreale; corpo medio-leggero; gusto fresco e acidulo, improntato a note di grano, buccia d’arancia, coriandolo; finale dalle sensazioni di biscotto; discreto retrolfatto con l’asprezza del limone.
Ciney Brune, abbazia dubbel di colore rosso scuro tendente al marrone (g.a. 7%); creata da Roger Demarche nel 1978 e prodotta a Jumet fino al 2007. Presenta un’effervescenza media; bella schiuma beige non però così duratura; aroma dolce, di malto, zucchero di canna, banane, con un pizzico di lievito; corpo medio tendente al leggero; piacevole gusto con note di ciliege, frutti scuri, burro, cioccolato, non senza una punta di acidità; finale leggermente speziato; lungo retrolfatto dalla ricchezza articolata.
Ciney Blonde, belgian ale di un bel colore dorato brillante (g.a. 7%); altra creazione di Roger Demarche, però del 1980 e, ugualmente, prodotta a Jumet fino al 2007. Con un’effervescenza media, la schiuma emerge fine, compatta e persistente. All’olfatto si sprigionano generosi aromi di frutta a polpa bianca con sentori di miele e cereali. Il corpo ha una pregevole morbidezza di media intensità. Il gusto sembra quasi neutro, con tale e tanta delicatezza del malto fruttato che reca note di caramello, arancia, vaniglia, in un denso alone di amarore erbaceo. Il finale è lungo, con un accenno piccante e secco di coriandolo. Nel retrolfatto s’intensifica la “sapiente” luppolizzazione, ai limiti di un’impressione medicinale.
Ciney Speciale, strong ale di colore bruno scuro (g.a. 9%); rifermentata in bottiglia. Era una “cuvée speciale”, ormai abbandonata.
Tourtel Malt, la ben nota lager analcolica della Kronenbourg.
Una menzione a parte merita il marchio Grimbergen.
La prima abbazia dell’ordine norbertino, quella ovvero di Grimbergen (paese fiammingo nei pressi di Bruxelles), venne fondata nel 1128; mentre la produzione di birra cominciò dal 1147. Il monastero subì diversi incendi nel corso di sommosse e guerre; ma ogni volta trovò la forza per risorgere, non diversamente dalla mitica fenice. Sicché nel 1570, a buon diritto, adottò il simbolo dell’uccello d’Arabia che compare sull’etichetta di tutte le birre a proprio marchio con il sovrastante motto “Ardet nec consumitur” (“Arde ma non si consuma”). Marchio che, alla fine del 2010, sarà modernizzato, ponendo il motto sotto “Phoenix”.
Nel 1958, la birra Grimbergen, prodotta secondo le esclusive ricette risalenti al Medioevo e tramandate attraverso i secoli dai monaci, fu data in licenza alla Brouwerij Maes. Nel 1978 la Maes acquistò la Brasserie de l’Union (risalente al 1864) di Jumet, nella periferia di Charleroi. La produzione delle Grimbergen passò quindi a Jumet. Quando poi quest’ultimo stabilimento, nel 2007, venne chiuso (nel 2003 era già stato chiuso lo stabilimento di Waarloos), la produzione delle Grimbergen passò ad Alken. Ma nel 2008, con la spartizione della Scottish & Newcastle, il marchio Grimbergen passò alla Carlsberg, che lo produce in Francia, nella sua Kronenbourg. A sua volta, la Heineken ha la licenza a lungo termine per usare il marchio Grimbergen in Belgio, mentre la sua commercializzazione, nei Paesi Bassi, è affidata alla Grolsch.
Ovviamente la Alken-Maes, in Belgio, e la Kronenbourg, in Francia, hanno sviluppato diverse varietà della Grimbergen, col risultato che quelle francesi sono sconosciute nel paese d’origine. Mentre due, la Grimbergen Selection Speciaal Blond e la Grimbergen Selection Speciaal Dubbel, vengono prodotte dalla Brouwerij Affligem/De Smedt, sempre di proprietà della Heineken.
Grimbergen Optimo Bruno, abbazia quadrupel color tonaca di frate (g.a. 10%); la migliore della gamma. Nata come birra pasquale, diventò successivamente regolare. Con un contenuto di etanolo così alto, la spuma non può abbondare; si rivela comunque fine e resistente. L’olfatto è elegante, e di intensità molto elevata: una moltitudine di sensazioni che spaziano dal fieno appena tagliato al sidro, dalle noci alle nocciole e addirittura ai fichi secchi ammandorlati. Il corpo consistente ha la forza capace di scaldare la bocca per l’intera corsa. Il gusto, di un esuberante dolceamaro, mantiene la tendenza al melato che il luppolo non riesce più di tanto a bilanciare. Solo nel retrolfatto trova la maniera di emergere un vero amarognolo; ma deve dividere il campo con l’alcol, ancora presente in tutto il suo caldo vigore.
Stagionali
Grimbergen Lente Hop Houblon de Printemps
, belgian strong golden ale di colore oro pallido (g.a. 7%); primaverile. Con un’effervescenza media, la schiuma emerge sottile, cremosa, ma non così stabile. L’aroma è molto dolce, con sentori di malto, frutta (banana, pesca, pera) e un richiamo di luppolo piccante. Il corpo ha una media intensità. Il gusto, dopo l’attacco abboccato, assume man mano un amarore quasi acre, che si protrae fin nel retrolfatto, con sensazioni medicinali.
Grimbergen Zomer Wit, witbier di colore dorato opaco (g.a. 6%); estiva. Ha un’effervescenza abbastanza vivace, schiuma bassa ma tenace, aroma di agrumi con un accenno allo zucchero candito, corpo medio, rinfrescante gusto un po’ dolce e lievemente speziato, finale asciutto e pulito, discreto retrolfatto fruttato.
Conto terzi
Per Sainsbury’s
, terza catena di supermercati nel Regno Unito.
Sainsbury’s Crown Super Strength Lager, strong lager di colore ambrato chiaro (g.a. 7,5%). Presenta una media effervescenza morbida; schiuma cremosa di un bianco sporco con buona allacciatura; aroma lievemente segnato dal malto con un tocco di frutta secca; corpo medio un po’ oleoso; gusto con buon equilibrio tra la dolcezza del cereale e l’amaro del rampicante, su base solida di caramello bruciato; finale a malapena amaro; discreto retrolfatto pulito e fresco.
Per il ristorante Chez Leon di Bruxelles.
Bière Léon
, belgian pale ale di colore oro chiaro: effervescenza vivace, schiuma minuta con buona durata, aroma fruttato con un richiamo floreale, corpo strutturato che nasconde a sufficienza l’alcol, gusto abboccato con note di fumo e di lievito (g.a. 7%).
Per la catena dei supermercati Delhaize.
L’abbazia cistercense di Florival, nel Brabante Vallone, fu fondata nel secolo XI, ma chiusa definitivamente durante la rivoluzione francese. La sua birra, fino al 2013, veniva fabbricata dalla Brouwerij Affligem/De Smedt; poi la produzione fu trasferita ad Alken.
Prodotta con una ricetta leggermente modificata, continua ad essere promossa come birra d’abbazia, anche se non è riconosciuta tale.
Florival Blonde, belgian ale di colore ambrato chiaro (g.a. 7%); prodotta dal 1994. Ha l’aroma di caramello con protervi sentori di spezie; corpo sostenuto; sapore dolce, leggermente granuloso con note di zucchero; finale all’insegna della frutta; retrolfatto amarognolo.
Florival Brune/Bruin, abbazia dubbel di colore bruno rossastro (g.a. 7%); prodotta dal 1994. Presenta l’aroma di malto torrefatto; corpo medio; gusto dolce, a base di malto, caramello, noci, frutta; retrolfatto amaro.
Florival Triple, abbazia tripel di colore dorato (g.a. 8,5%); prodotta dal 1999. Si propone con l’aroma dolce di agrumi e banana con qualche sentore di spezie; corpo medio; gusto caratterizzato da note di malto, caramello, luppolo, frutta; finale speziato; discreto retrolfatto dolceamaro.
Florival Winter/Hiver, belgian strong dark ale di colore marrone scuro con riflessi rossastri (g.a. 9%); birra invernale, prodotta dal 2003. Ha l’aroma di malti caramellati con sentori dolciastri; corpo robusto; sapore iniziale dolce che va via via assumento una connotazione amara di luppolo e malti bruciati; caldo finale alcolico; lungo retrolfatto lievemente piccante di luppolo.