Brouwerij Lindemans

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Vlezenbeek/Belgio
Birrificio, in una cittadina del Brabante Fiammingo con meno di 3500 abitanti, specializzato in lambic e derivati.
Frans Lindemans possedeva un’azienda agricola di 75 ettari, dove coltivava grano e orzo. Nel 1822 cominciò a produrre anche lambic nei mesi invernali, integrando così il reddito e impiegando i lavoratori durante tutto l’anno.
Alla sua morte, nel 1830, subentrò il figlio Joos Frans, anche sindaco di Vlezenbeek. Joos aveva 11 figli, ma solo uno era interessato all’arte brassicola. E, morto il padre, nel 1865, Duc Lindemans prese in mano le redini dell’azienda, costruendo gli edifici e la sala di birra che sono giunti fino ai nostri giorni.
Col crescente successo della birreria, nel 1930 l’attività agricola fu abbandonata definitivamente per concentrarsi sulla produzione della Kriek e della Gueuze.
Nel periodo in cui i nuovi produttori di lambic cominciarono a riscoprire il faro, del quale si erano da tempo perdute le tracce, a eccezione di qualche isolata comparsa, la Lindemans non si lasciò sfuggire l’occasione per dare il proprio contributo alla rinascita di una birra che oggi copre il 7% del suo totale produzione. E, nel 1978, vide la luce il Lindemans Faro, che, nel 2010, arriverà addirittura negli Stati Uniti. Seguì, nel 1980, la Framboise; nel 1986, la Cassis; nel 1987, la Pêcheresse. L’ultima, la Apple, arrivò nel 2005.
L’azienda è tuttora nelle mani dei Lindemans, giunti alla settima generazione; mentre nel 1991, dopo diversi ampliamenti della fabbrica vecchia, ne fu costruita vicino una nuova.
La produzione, di 85 mila ettolitri annui, riguarda lambic tradizionale che, in parte, viene venduto agli assemblatori e, in parte, aromatizzato alla frutta. Questi vruchtenlambiek cominciarono con il prendere la strada dell’Olanda e della Francia arrivando infine negli Stati Uniti, un mercato sempre più ricettivo.
Ma la crescente domanda mondiale di bevande aromatizzate con i più svariati tipi di frutta finì per coinvolgere anche la Lindemans. Poi, su richiesta dell’importatore per gli Stati Uniti, Merchant du Vin, nel 1994 l’azienda ritornò alla tradizione lanciando una gamma più secca e aspra, Cuvée René (dal nome del proprietario). La Lindemans è pertanto membro di HORAL, l’associazione belga a protezione del lambic tradizionale.
Lindemans Gueuze, gueuze di colore ambra rossastro e dall’aspetto nebuloso (g.a. 5%); conosciuta anche come Foudroyante Gueuze e Lindemans Souvenirs Gueuze. Con una morbida effervescenza, la schiuma giallastra emerge spessa e durevole. L’aroma si libera intenso, quasi pungente, con sentori fioriti, fruttati, lattici, di mela verde, muschio, aia, lievito selvatico, sidro, vino bianco, pelle, fieno. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza acquosa piuttosto appiccicosa. Il gusto, la cui lieve acidità è equilibrata da una dolcezza fruttata secca, si snoda delicato e maturo, con piacevoli note balsamiche. Il finale arriva brusco, perentorio, con richiami di legno e di terra. Il retrolfatto persiste sufficientemente con le sue suggestioni amaricanti di scorza d’agrume. È un prodotto che si presta molto bene alla conservazione in cantina.
Lindemans Faro, faro di colore ambrato intenso e dall’aspetto intorbidito (g.a. 4,5%). Viene prodotto come una versione gentile del lambic e della gueuze, introducendo una notevole dose di zucchero candito in fase di fermentazione per ridurre la nota acida caratteristica delle birre di fermentazione spontanea. La carbonazione è moderatamente bassa, ma pungente; la schiuma ocra, generosa, fine, di media persistenza. L’aroma si libera composito, dolce e agro, con intensi odori vegetali, di ciliegia acerba, malto, lievito, scorza d’arancia, mandorla tostata, tamarindo, melassa, vino bianco, zucchero, caramello, aia, rovere. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama oleosa pressoché appiccicosa. Finanche il gusto palesa un prelibato carattere agrodolce, ma con note fruttate e un fondo abbastanza asciutto. Il finale si rivela morbido, benché un po’ astringente. Nel retrolfatto si esaltano le impressioni selvagge, acidule, del lambic, con un richiamo di dolcezza, secca e fruttata.
Lindemans Kriek, kriek di colore rosso rubino con riflessi arancione e dall’aspetto confuso (g.a. 3,5%); conosciuta anche come Foudroyante Kriek e Lindemans Souvenirs Kriek. Per la scarsa disponibilità delle ciliege di Schaerbeek, ingrediente tradizionale per la kriek, viene utilizzato succo di ciliegia non zuccherato, aggiunto a una miscela di lambic di età diverse. La birra risultante è descritta come meno acida e più fruttata. Con una carbonazione mediovivace, la schiuma rosa erompe sottile, densa e stabile. Al naso si sprigionano profumi dolci di ciliege acide, con, in lontananza, sentori lievemente lattiginosi, di mandorla, noccioli di ciliegia. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza acquosa e un po’ appiccicosa. Il gusto si snoda dolce e acido, fresco e fruttato, con la ciliegia ancora in evidenza e una nota legnosa. Il finale asciutto è di estrema pulizia, e apporta un piacevole amarognolo. Nel retrolfatto persistono abbastanza suggestioni fruttate, acidule, di miele, zucchero candito.
Lindemans Framboise, framboise di colore rosso intenso con riflessi purpurei e dall’aspetto torbido (g.a. 2,5%). È un prodotto volto soprattutto al mercato statunitense, in quanto gli americani, contrariamente agli europei, hanno una passione per le bevande aromatizzate alla frutta. Con una carbonazione da bassa a media, la spuma rosa sbocca fine, soda e tenace. All’olfatto domina il lampone, mentre ai suoi piedi quasi “borbottano” per l’indifferenza in cui sono tenuti sentori di fragola, ciliegia, ribes nero, bacche rosse, zucchero, aceto, uva spina. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama fra grassa e cremosa. Su base in perfetto equilibrio tra la dolcezza e l’acidità scorre, pulito e secco, un piacevole gusto di lampone fresco, sostenuto dalla complessità caratteristica del lambic. Il finale, brusco e piuttosto aspro, spiana la strada a un lungo retrolfatto fruttato e leggermente appiccicoso.
Lindemans Pêche Lambic (Pêcheresse), lambic alla pesca di colore arancione con riflessi rossastri e dall’aspetto velato (g.a. 2,5%). L’etichettatura Pêche è per gli Stati Uniti, Pêcheresse (nome francese) per l’Europa. È ottenuta con aggiunta di zucchero, nonché frutto e succo di pesca. Con un’effervescenza vivace, la schiuma biancastra erompe piuttosto scarsa ed evanescente. L’aroma, intensamente fruttato e molto gradevole nel suo delicato mix acidulo-dolciastro, evoca la pesca, tra tenui sentori di fiori bianchi, lievito, arancia. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama sciropposa pressoché appiccicosa. Il gusto, fresco e vivace, esibisce l’ottimo equilibrio tra fruttato e una certa asprezza rinfrescante. Il finale si presenta molto breve, pulito e secco. A sua volta, il retrolfatto esibisce inconfondibili note di mosto sovrastate da impressioni zuccherine e dolciastre ispirate alla pesca.
Lindemans Gueuze Cuvée René, oude gueuze di colore dorato con sottili riflessi ramati e dall’aspertto nebuloso (g.a. 5,5%). La gueuze che inaugurò la gamma Cuvée René. Importata negli Stati Uniti fin dai primi anni Novanta, quando ancora non esisteva la categoria “birra acida”, riscosse immediato successo. È ottenuta da una miscela di lambic giovane (2/3) e lambic vecchio (1/3). La rifermentaszione in bottiglia, per sei mesi, avviene secondo il metodo champenois. Si mette subito in risalto la notevole effervescenza; mentre la schiuma bianca, abbondante e cremosa, si abbassa rapidamente lasciando un sottile anello intorno al bicchiere. L’aroma acido sa tanto di erbe aromatiche, legno, caramello, mela verde, cuoio, aia, lievito, malto, uva bianca, fiori selvatici, agrumi, muffa. Il corpo, da leggero a medio, presenta una tessitura acquosa. Il gusto, vinoso e acidulo, si snoda pieno e armonioso, con evocazioni, prima, di nocciolato, poi, di sidro, infine, di albicocca verde amara. Il lungo finale asciutto sembra quasi voler ricordare che, questo, non viene addolcito come tanti altri lambic. A sua volta, il retrolfatto, non dura più di tanto, e le sue impressioni sono ispirate a un amarore da scorza di agrume, acuto e rinfrescante.