Brouwerij Het Nest

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Turnhout/Belgio
La Brouwerij Het Nest (ovvero “La Culla”) nacque come beer firm, e quasi per scherzo. Un gruppo di amici ovvero della zona di Turnhout (nella provincia di Anversa) cominciarono a ritrovarsi ogni due settimane in una delle loro case per bere una buona birra belga e fare quattro chiacchere oziose. Col tempo crebbe l’interesse per la birra, e alcuni seguirono addirittura corsi di produzione. Cominciarono i primi esperimenti in garage, con le solite pentole.
Il terzo posto ottenuto al Campionato Open olandese per la classe “tripel” diede coraggio, fiducia: nasceva così, nel 2007, la beer firm. La prima produzione, di 500 litri, della Schuppenboer Tripel avvenne presso la Brouwerij Boelens di Bersele, nel 2008. Seguirono la seconda, presso la ‘t Hofbrouwerijwerijke di Beerzel, e la terza presso la Scheldebrouwerij di Meer. Tutte e tre le produzioni con la gradazione alcolica dell’8,5%.
Ormai la beer firm aveva preso piede. Nel 2012 vennero addirittura importati un centinaio di cartoni da Shelton Brothers negli Stati Uniti. La produzione avveniva presso la Brouwerij Pirlot di Zandhoven per le birre poi affinate in legno e, per tutte le altre, presso la Brouwerij Anders! di Halen.
Nell’ottobre del 2015 avveniva invece l’inaugurazione di un impianto di proprietà.
Oggi la Brouwerij Het Nest produce più di 700 ettolitri di birra all’anno, quasi del tutto esportati. Tante delle sue birre hanno un nome legato al mondo delle carte da gioco. Da tener presente che proprio a Turnhout ha sede la Cartamundi, nata nel 1970 da una joint venture tra Biermans, Brepols e Van Genechten.
E non solo! Produce anche diverse birre per il White Pony Microbirrificio di Piove di Sacco (Padova); nonché per le olandesi Reuzenbieren, di Moergestel, e Brouwerij Brouwerslokaal, di Groede.
Schuppenboer Tripel, abbazia tripel di colore giallo oro pallido e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 8%); la produzione in proprio. Con una carbonazione moderata, la spuma bianca fuoriesce di medie dimensioni e si dissipa lentamente. Malto, frutta anche tropicale, lievito, erbe, caramello, buccia d’arancia, luppolo speziato, allestiscono un bouquet di elevata intensità che sfiora una finezza attraente. Il corpo medio presenta una tessitura tra grassa e oleosa. Il gusto si avvale di una solida spina dorsale di malto per esternare a proprio agio le sue note floreali, di lievito, frutta, cereali, nocciola, infervorate da coriandolo, cannella, pepe bianco, in un rivestimento alquanto astringente. Il finale, secco e moderatamente amaro, è sostenuto da un leggero riscaldamento alcolico. Il retrolfatto appare più “stanco” che “distratto”, con delle sensazioni di erbe speziate.
Het Nest SchuppenAas, belgian ale di colore ambra chiaro e dall’aspetto alquanto nebuloso (g.a. 6,5%). È la quarta birra intitolata al gioco di carte: il nome vuol dire “asso di picche”. A dire del produttore, si ispira alla Orval. In precedenza, veniva prodotta dalla Brouwerij Anders!. La luppolizzazione è affidata al Tomahawk e al Simcoe; quest’ultimo entra anche in dry hopping. La rifermentazione in bottiglia richiede invece aggiunta di Brettanomiceti, che conferiscono una certa irruenza alla schiuma ocra, cremosa e stabile, peraltro gestita da una vivace effervescenza. L’aroma si libera con eleganza, intensità, pulizia, a base di fiori bianchi, agrumi, legno, biscotti, zucchero vanigliato; e non senza una ben percettibile punta di acido lattico. Il corpo, di media intensità, presenta una consistenza abbastanza cremosa. Il gusto ha un inizio alquanto dolce, con biscotti, pane, canditi, frutta tropicale; ma, già a cominciare dalla seconda parte della discreta corsa, si ricompone l’equilibrio, prima con una leggera acidità lattica, poi con una delicata acidità fruttata. Il finale apporta una certa astringenza, con le sue note secche, vegetali e terrose. Lievito, cereali, fieno, erbe, improntano il retrolfatto a un aspro quando piacevole amarognolo.