Boelens – Brouwerij Boelens

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Belsele/Belgio
Birrificio in un villaggio della regione Waasland (Fiandre Orientali). Nacque intorno al 1850 col nome di Il Maestro Boelens. Nel 1897 morì il Maestro fondatore, che non aveva figli. Ereditò quindi l’impresa il cugino Henri Boelens che sposò Maria de Meester, per cui venne fuori il nuovo nome Brouwerij Boelens-De Meester.
Nel 1815 l’esercito tedesco sequestrò tutti i macchinari, eccetto l’imbottigliatrice. Finita la guerra, Henri non poté fare altro che comprare la birra da terzi e limitarsi a imbottigliarla ed etichettarla. Era in genere birra dal basso contenuto alcolico (sul 2%), per il consumo quotidiano e da pasto.
Questo genere di attività, successivamente ampliata con la distribuzione di birra e di bevande all’ingrosso, si protrasse fino al 1980, allorché Kris Boelens, nipote di Henri, decise di comprare gli impianti necessari e riprendere la produzione.
Nel 1993 vide la luce la prima birra artigianale, la Bieken, una birra al miele (g.a. 8,5%) tuttora in produzione.
Nel 2014 l’azienda passò nelle mani della quarta generazione, con Yannick Boelens.
Oggi la Brouwerij Boelens propone un nutrito catalogo di specialità, per lo più forti e con una personalità distintiva.
Boelens Balzello, ale belga di colore arancione nebuloso (g.a. 6,5%). Con una carbonazione piuttosto bassa, la schiuma di un bianco sporco fuoriesce spessa, pastosa, anche se non dura tanto. L’aroma si libera in tutta la sua freschezza, con sentori di caramello, uva spina, mele verdi, pompelmo, luppolo fiorito. Il corpo medio presenta una trama morbida molto cremosa. Il gusto, un po’ vinoso, defluisce a proprio agio tra note di grano dolce, uvetta, frutta secca, mandarini, anche con qualche accenno di cioccolato; mentre il compito del rivestimento è affidato alle spezie, in particolare, chiodi di garofano. Il finale, segnato da un malto secco, prelude a un discreto retrolfatto dolceamaro, con suggestioni di pasta dolce, cannella, alcol.
Boelens Pa-Gijs Boerenkrijgbier, ale belga di un intenso ambrato e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 7,5%). Il nome fa riferimento alla “guerra dei contadini” (1798-99), duramente repressa, e al monumento ai caduti di Overmere. L’effervescenza è piuttosto vivace; la spuma beige, cremosa e stabile. Al naso, si alternano ritmicamente delicati sentori di caramello, pasta di pane, uva passa, fichi, lievito. Il corpo medio ha una consistenza setosa, scorreole. Al palato, la dolcezza del caramello, dell’arancia candita, della caramella mou, delle prugne, è tenuta in perfetto equilibrio con il moderato amarore dell’uva acerba e di un luppolo erbaceo. Il finale è secco e amaro. Il retrolfatto eroga piacevoli impressioni di banana, cioccolato, soprattutto alcoliche.
Boelens Tripel Klok, abbazia tripel di colore dorato caliginoso ai limiti del paglierino (g.a. 8,5%); conosciuta anche come Boelens Klokbier Tripel. La spuma bianca, sottile, tenace, è gestita una un’effervescenza medioalta. L’aroma propone amabili sentori di malto, con qualche accenno di miele, frutta, lievito. Benché consistente, il corpo scorre in assoluta leggerezza. Il gusto nasconde bene l’alcol sotto le briose note fruttate. A fine corsa, l’etanolo comincia a scalpitare, ed esplode letteralmente nella lunga persistenza del retrolfatto, tra cordiali suggestioni di un forte amarore e di una morbida dolcezza.
Boelens Santa Bee , belgian stron dark ale natalizia di colore marrone scuro piuttosto velato (g.a. 8,5%); fino al 2005 chiamata Boelens Kerstbier e realizzata con ricetta diversa. Con una morbida effervescenza media, la spuma emerge sottile, cremosa, durevole. L’olfatto si limita a tenui sentori di frutti rossi, avena, noci, legno, non senza un accenno di liquirizia. Il corpo medio presenta una consistenza oleosa. Il gusto esala note di caramello, toffee, frutti scuri, avena, chiudendo la corsa media con una moderata dose di spezie. Il finale viene presto fagocitato da un buon retrolfatto asciutto, con impressioni di un morbido amarore terroso ingentilito dalla calda dolcezza dell’alcol.