Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Trégunc/Francia
Nel 1998 Claude Heurtaud, forte del know-how di nonno Célestin, birraio a Saint-Malo (nel dipartimento Ille-et-Vilaine), si trasferì a Trégunc (nel dipartimento del Finistère, sempre in Bretagna) aprendo la Brasserie Britt.
Dopo un avvio promettente, difficolà tecniche, finanziarie e commerciali, nel 2000, costrinsero Claude a vendere l’attività. La rilevarono Hervé e Jean-François Istin, che si lanciarono subito alla conquista di bar, pub, fest-noz (“festa della notte”, caratteristico festeggiamento bretone generalmente dopo una manifestazione religiosa).
Furono addirittura comprate due fabbriche di birra, la Dremmwel, nel 2002 e nel 2007, la Celtik. Infine, nel 2012, l’azienda fu rilevata da un team di tutto rispetto: François Quellec, Jimmy Quessandier, Arnaud Huchet e Stéphane Le Corre.
Gwiniz Du, ale tradizionale di un ambra carico con riflessi rubino e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 5,4%); conosciuta anche come Brasserie de Bretagne Gwiniz Du. Gwiniz Du, che in bretone significa “grano saraceno”, attesta l’utilizzo di questo cereale appunto. L’effervescenza è quasi piana; la schiuma, bassa, densa e di notevole stabilità. Al naso, malto tostato, caramello, luppolo floreale e un pizzico di spezie, non fanno certo faville; compongono comunque un bouquet decente. Il corpo leggero ha una trama liscia, alquanto cremosa. Il gusto è tutto di malto biscotto, con qualche tenue nota di agrumi, grano, lievito. Nel finale, un’impressione di pane appena sfornato lascia presto il posto a un sufficiente retrolfatto piacevolmente amaricato.
Britt Rousse, rauchbier di colore ambrato nebuloso (g.a. 5,4%, in precedenza 5,8%); con utilizzo di malto affumicato su torba. La spuma ocra, sottile e cremosa, è gestita da una carbonazione media. Caramello e malto tostato, col supporto di un po’ di fumo, compongono un olfatto di gradevole finezza. Il corpo appare leggero e abbastanza acquoso. Il gusto, dopo un inizio amabile e granuloso, prende note sempre più asciutte, per sfociare in uno scabro amarore. Al corto finale segnato dalle spezie, subentra un discreto retrolfatto quasi caramellato.
Celtica 8,8°, bière de garde di un ambra intorbidato dai lieviti in sospensione (g.a. 8,8%). Con un’effervescenza piuttosto vivace, la schiuma emerge minuta, compatta, tenace. L’aroma ha tutta la dolcezza del caramello, della frutta candita, dello zucchero a velo, della glassa, del miele. Il corpo medio presenta una consistenza appiccicosa. Il gusto nasconde bene l’alcol, mentre le note fruttate vengono sfumate ad arte dal lievito e da un’asprezza vegetale. La lunga corsa si chiude tra calde impressioni di frutta sotto spirito con l’accento di spezie leggere.