St. Georgen Bräu

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Buttenheim/Germania
Birrificio a conduzione familiare, fondato nel 1624 in un piccolo paese della Franconia, a circa 20 chilometri da Bamberga. Il nome invece è quello di san Giorgio, rappresentato sul logo in lotta contro il drago e la cui festa, il 23 aprile, segnava la fine del periodo adatto a fare la birra.
Passato nel 1814 ai Modschiedler, rimase nelle mani dei loro discendenti fino al 2009, quando fu rilevato da Norbert Kramer che vi lavorava come mastro birraio dal 2000.
Con la rivoluzione delle lager, seguì l’esempio di tanti birrifici, limitandosi, per l’alta fermentazione, alla weissbier (hefe, dunkel e leicht). E, anche con la nuova proprietà, continua la sua tradizione secolare, sempre nel pieno rispetto del Reinheitsgebot. Mentre la produzione annovera 40 mila ettolitri annui.
Per la mescita, dispone della Bräustübla, accanto al birrificio; d’estate poi allestisce uno splendido biergarten, con un migliaio di posti a sedere, sopra la secolare cantina dove matura la birra.
St. Georgen Bräu Keller Bier, zwickelbier di colore ambrato tendente al bruno e dall’aspetto velato (g.a. 4,9%). Una delle più luppolizzate kellerbier della regione e tra le migliori disponibili sul mercato, viene esportata anche negli Stati Uniti. La carbonazione è contenuta ma ben bilanciata; la spuma beige, soffice, cremosa, di notevole durata e allacciatura. Al naso, i profumi maltati del miele e della crosta di pane hanno una certa prevalenza sul fruttato e sul floreale del luppolo; mentre lasciano a malapena esalare sottotoni floreali, terrosi e di lievito. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza spiccatamente acquosa. Il luppolo si fa invece valere nel gusto, col suo ritorno protervo e costringendo il nocciolato di fondo del malto a un armonico amalgama. Il finale si presenta in una forma assolutamente singolare, ovvero con una rinfrescante punta acida di lievito. Le impressioni del corto retrolfatto appaiono secche e croccanti, ispirate a un morbido luppolo speziato.
St. Georgen Bräu Doppelbock Dunkel, doppelbock di un intenso tonaca di frate con riflessi rosso rubino (g.a. 7,3%). Con un’effervescenza piuttosto bassa, la schiuma color sabbia esce fine, compatta, abbastanza pannosa, di buona durata ma scarsa allacciatura. L’aroma regala caldi, intensi, puliti sentori di malto torrefatto, cioccolato, pane scuro, caramello bruciato, frutta secca, biscotti al burro. Il corpo medio ha una consistenza grassa un po’ appiccicosa. Il gusto, nella sua straordinaria morbidezza, attacca con malto, toffee, noci, biscotti al burro, caramella mou; passa a note, prima, di prugna disidratata, poi, di ribes nero; e, con una certa legnosità e un accenno terroso, sfocia nella secchezza pressoché amaricante del corto finale. Più lunga si rivela invece la persistenza retrolfattiva in cui l’alcol non ha più remore, e si esprime attraverso il calore della frutta sotto spirito con qualche sottile impressione acidula.