Scheldebrouwerij

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Meer/Belgio
La Scheldebrouwerij fu fondata nel 1994 da Keesvan Lohenhaut e Peter van Eynden a ’s-Gravenpolder, nella provincia olandese della Zelanda.
Nel 1999 il birrificio cominciò ad accusare le difficoltà dovute alla mancanza di mezzi per nuovi investimenti. L’anno successivo fu rilevato dai fratelli Frans e Jan Ooms, cugini di Peter van Eynden e già coinvolti finanziariamente; mentre quest’ultimo veniva assunto come mastro birraio.
E, con gli investimenti volti a ottimizzare il processo produttivo, la birra della Scheldebrouwerij non faticò a conquistare, non solo il mercato europeo, anche quello degli Stati Uniti.
Poi, vuoi per la vicinanza con il Belgio, vuoi per motivi di espansione, e vuoi, soprattutto, per il fatto che la produzione della birra ha una tassazione meno onerosa rispetto a quella olandese, nel 2007 la Scheldebrouwerij si trasferì a Meer, un sobborgo della cittadina di Hoogstraten, nella provincia di Anversa.
La gamma di birre, abbastanza ampia, è di chiara ispirazione belga e americana.
Scheldebrouwerij Lamme Goedzak, belgian ale di colore dorato tendente all’ambra e dall’aspetto torbido (g.a. 7%); in produzione dal 1995. Per la rifermentazione in bottiglia, viene aggiunto zucchero candito. La carbonazione è moderata; la schiuma bianchiccia, sottile, cremosa, di buona persistenza. Malto, lievito belga, caramello, pane, arancia matura, pesca, scorza di limone, fiori, miele amaro, resina, semi di coriandolo, sono i componenti di un ricco bouquet olfattivo di gradevole finezza. Il corpo medio presenta una consistenza alquanto grassa. Il gusto è intenso, secco, equilibrato: una vera armonia di note dolci, amare, acide, piccanti, che defluiscono al calore di un alcol che opera nella massima discrezione. Verso il finale subentra un grato amarore che si protrae per tutta la lunga persistenza retrolfattiva nelle vesti di non sgradevoli suggestioni di resina fenolica. È un prodotto dal gusto che si affina nel tempo. Nel versarlo, i sedimenti di lievito devono rimanere sul fondo della bottiglia.
Scheldebrouwerij De Zeezuiper, abbazia tripel di colore ambrato con riflessi arancio e dall’aspetto opalescente (g.a. 8% dal 2002, prima 7,5%); con la terza fermentazione in bottiglia. È ottenuta con aggiunta di stellina odorosa, scorza d’arancia di Curaçao e zucchero. L’etichetta riporta la data dell’imbottigliamento. Date le premesse, c’è solo da accertarsi che non siano state tradite le aspettative… altroché! Risulta un prodotto robusto, potente, in cui dominano, ma con inimitabile savoir-faire al naso e al palato e in perfetto equilibrio interiore, la dolcezza del malto, il fruttato e lo speziato. Con una media effervescenza, la schiuma ocra si leva fine, compatta, cremosa, di ottima tenuta e allacciatura. L’aroma è caldo, intenso, pulito, con miele, canditi, biscotto, zucchero a velo. Il corpo medio ha una consistenza leggermente oleosa. Nel gusto si uniscono armonicamente diversi sapori, dal fresco secco al delicato dolce, sotto l’egia sottilmente discreta dei semi di coriandolo; mentre dal sottofondo si levano deliziose note di malto fruttato, lievito speziato, luppolo floreale, piacevole acidità. Il finale è lungo, alcolico, croccante, anche un po’ aspro. Come in una compassata passerella, sfilano nel retrolfatto suggestioni di caramello, lievito belga, miele, vaniglia, frutta candita e sotto spirito. I sedimenti di lievito devono rimanere sul fondo della bottiglia.
Scheldebrouwerij Oesterstout, imperial oyster stout di colore marrone scuro e dall’aspetto impenetrabile (g.a. 8,5%); prodotta con vere ostriche. Con un’effervescenza moderata, la schiuma beige fuoriesce abbondante, fine, spessa, cremosa e sufficientemente stabile. L’elevata intensità olfattiva propone, con attraente finezza, acuti e durevoli profumi di legno e di torrefazione, misti a sentori di cioccolato fondente, liquirizia, caffè, ribes nero, lievito belga, nonché sfumature iodate. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza abbastanza oleosa, tendente alla grassa. In un’opportuna secchezza, il gusto mantiene il giusto equilibrio tra un sottile salato, l’amaro del luppolo e la dolcezza della melassa, portando a un caldo, amabile, finale di liquore al cioccolato. Il retrolfatto dona lunghe suggestioni amarognole di luppolo a base di erbe.