Oy Sinebrychoff

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Kerava/Finlandia
Si trova nella regione dell’Uusimaa la più antica fabbrica di birra dei paesi nordici. Nacque però a Hietalahti (Helsinki) nel 1819, per iniziativa del mercante russo (dal 1809 la Finlandia era un granducato autonomo all’interno dell’Impero Russo) Nikolai Sinebrychoff. Nel 1853 aprì una filiale a Pori, nella regione di Satakunta, la Oy Sibebrychoff Porin Olut.
Fino all’inizio del Novecento fabbricava idromeli, porter e altre birre di fermentazione alta. Poi, nel periodo del proibizionismo (1917-1932) dovette limitarsi alle bevande legali e leggere di malto. Riprese la produzione tradizionale soltanto in occasione delle Olimpiadi del 1952. L’anno successivo introdusse in listino le lager.
Nel 1993 si trasferì a Kerava. Alla fine del 1999 divenne proprietà al 100% del gruppo Carlsberg. Pochi anni dopo risultava leader nel mercato della birra finlandese.
Nel 2009 la Sinebrychoff cominciò a operare come filiale di Carlsberg Breweries A/S, e venne chiuso l’impianto di Pori.
Oggi Oy Sinebrychoff è la più grande birreria del Paese; ma produce anche una grande quantità di altre bevande.
Sinebrychoff Koff Porter, baltic porter di colore marrone molto scuro, quasi nero, e dall’aspetto opaco (g.a. 7,2%); conosciuta anche come Sinebrychoff Porter IV. Prodotta fin dall’inizio e una delle birre più forti del Paese, continua a rimanere un classico. Fu rimessa in produzione con la ripresa dell’attività tradizionale e, a quanto si dice, utilizzando il lievito estratto da una Guinness condizionata in bottiglia. In passato veniva esportata negli Stati Uniti come Imperial Stout. Lavorata con quattro tipi di malto, viene centrifugata e, prima della pastorizzazione, tenuta all’aria per sei settimane. Con una moderata effervescenza, la schiuma cappuccino fuoriesce alta, sottile, cremosa, ma di rapida dissoluzione. L’aroma si libera penetrante, ostinato, con sentori di malto tostato, caffè, frutta scura, cioccolato, noci, liquirizia, salsa di soia, frutti di bosco, nonché accenni erbacei e speziati provenienti dal sottofondo. Il corpo medio ha una trama oleosa alquanto appiccicosa. Il gusto, impresso da un pronunciato torrefatto con venature di caffè e caramello, scorre su fondo asciutto e fruttato. Il vigoroso finale caldo mutua una fresca punta di acidità dai malti scuri. Nella lunga persistenza retrolfattiva si susseguono impressioni amare e di tostature leggermente bruciate.
Sinebrychoff Nicolai Tumma Lager, amber lager/vienna di colore ambrato intenso con riflessi tra il castano e il rossastro (g.a. 4,7%, in precedenza 4,5%); conosciuta anche come Panimomestarin Nikolai Tumma Lager. Il prodotto più diffuso della casa. Il nome invece è in omaggio al fondatore del birrificio, Nikolai Sinebrychoff. Con una media effervescenza, la schiuma beige si presenta alta, fine, cremosa, di buona durata e allacciatura. L’olfatto si apre quasi con circospezione, tenue, pulito, fresco, con sentori di malto torrefatto, caffè, quercia, noci, caramello, sciroppo di mela, nocciola. Il corpo tende al sottile, in una tessitura spiccatamente acquosa. Note caramellate e leggermente tostate, con qualche suggerimento di frutta matura, improntano un morbido gusto che scivola pian piano verso un’amara, secca, consistenza di luppolo. Il corto finale presenta qualche asprezza, come di legno bruciato, che, nello sfuggente retrolfatto, diventa perfino astringente.
Karhu III, lager di colore dorato chiaro (g.a. 4,6%). La carbonazione è nella media; la schiuma bianchiccia prorompe fine, densa, cremosa, stabile, anche se non così abbondante. L’aroma, fresco e pungente di luppolo erbaceo, avverte un debole fruttato, tra richiami di paglia, malto, caramello, pane di grano. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza decisamente acquosa. Benché orientato alla dolcezza del malto, con insufflazioni fruttate, il gusto defluisce nell’asciuttezza amarognola di un luppolo floreale. La corsa, di durata più che regolare, ha un finale sufficientemente rotondo, capace di lasciare in bocca un senso di appagamento. E non disturba più di tanto la sfuggente impressione metallica del retrolfatto.