Dogfish Head Cratf Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Milton, Delaware/USA
Uno dei primi protagonisti della Craft Beer Revolution americana, fondato nel 1995 da Sam Calagione, salito alla ribalta con la realizzazione della serie televisiva Brew Masters per Discovery Channel (debutto 21 novembre 2010) e diversi libri.
L’approccio con la birra, Sam lo ebbe quando lavorava in un bar di Manhattan. Iniziò con l’homebrewing e finì per lasciare la Columbia University cominciando a lavorare come apprendista alla Shipyard Brewing Company di Portland.
Imparato il mestiere, Sam si trasferì, insieme alla moglie (Mariah) nel Delaware, nel paese dove lei era nata. Recuperò un piccolo impianto usato e cominciò a produrre birra, distribuendola personalmente nei bar e nei ristoranti della zona.
Fattosi presto un nome, sorse l’inderogabile necessità di mettere su qualcosa di più “serio”. Aquistò quindi i locali di un’ex fabbrica di yogurt e creò, nel 1997, un birrificio con ristorante annesso.
Fino al 2011 il birrificio si tenne in piedi grazie al ristorante. Poi arrivò il momento di “buttarsi”. Ed era anche il periodo in cui molti birrifici artigianali chiudevano i battenti. Per 200 mila dollari, Sam riuscì ad aggiudicarsi un impianto del valore di un milione di dollari, quello della fallita Ortlieb’s Brewery di Filadelfia.
Potendo adesso contare sulla costanza e la qualità della birra, la Dogfish Head Cratf Brewery cominciò la sua ascesa. E la produzione ha già raggiunto i 175 mila barili all’anno.
Dogfish Head Midas Touch Golden Elixir, ale tradizionale di colore oro intenso e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 9%); con miele, uva moscato bianco e zafferano. Nel 1950 fu scoperta la tomba di un re Mida che nel secolo VIII a.C. regnò sulla Frigia. In tale tomba furono rinvenuti molti vasi risalenti all’età del ferro. E, una quarantina di anni dopo, l’archeologo americano Patrick McGovern riconobbe nel contenuto dei vasi residui di bevande alcoliche, ovvero orzo, uva, miele. Cercò quindi un produttore disposto a ricreare una birra con gli stessi ingredienti. Fu così che nel 1999, aggiungendovi anche lo zafferano, Sam elaborò questa birra che successivamente entrò in produzione stabile. La carbonazione è piuttosto bassa; la spuma biancastra, grossolana e di scarsa ritenzione. L’olfatto, pulito ma dolciastro, esala sentori di malto, uva, prugne, miele. Il corpo, abbastanza pieno, presenta una trama oleosa. Il gusto si propone moderatamente abboccato e leggermente astringente, con note di caramello, zucchero, miele, vino bianco, lievito, e un tocco deciso di etanolo. Il finale, molto secco, asciuga il palato e prepara una lunga persistenza retrolfattiva all’insegna di calde e piccanti suggestioni di polvere e frutta secca.
Dogfish Head Raison d’Etre, ale di colore ambra con riflessi rosso rubino e dall’aspetto a malapena intorbidito (g.a. 8%). D’ispirazione belga, utilizza zucchero di canna e uva passa verde. Con un’effervescenza abbastanza contenuta, la schiuma emerge abbondante, cremosa, persistente. L’aroma, alquanto complesso, presenta una miscellanea organica di malto torrefatto, lievito belga, caramello, frutta sotto spirito, pane dolce scuro, uva passa, legno umido, fieno, e solo un labile accenno di luppolo. Il corpo medio, tendente al pieno, ha una consistenza sciropposa e pressoché appiccicosa. Il gusto è dominato da malto e frutta, ma le sue note sono delicate e asciutte, perfettamente bilanciate da un luppolo erbaceo. Il finale sa tanto di terra, fieno, frutta dolce secca, spezie leggere. Il retrolfatto è tutto del caramello e dell’alcol, con un lontano richiamo di caffè.
In collaborazione poi con Birra del Borgo (vedi), produce la My Antonia.