Cobra Beer

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Burton upon Trent/Inghilterra
Karan Bilimoria, un intraprendente giovane indiano, durante il periodo di Londra, per conseguire il titolo di dottore commercialista, e di Cambridge, per laurearsi in giurisprudenza, frequentò diversi ristoranti indiani. Poté così constatare che la birra inglese non era proprio l’ideale per accompagnare i piatti fortemente speziati della cucina del suo Paese: le lager, perché, troppo gassate, gonfiavano lo stomaco; le ale, perché amare. Ci voleva dunque una birra a metà strada: rinfrescante, morbida, di facile beva.
Tornato in patria, fondò, nel 1989, a Bangalore, insieme all’amico Arjun Reddy, la Mysore Brewery. L’anno successivo, col marchio registrato, la Cobra era in tutti i ristoranti indiani del Regno Unito.
Con l’inarrestabile domanda di mercato e l’aumento dei costi d’importazione, Karan si rese conto che era necessaria la produzione in loco. Alla fine, trovò disponibile la Charles Wells alla fabbricazione su licenza, che durò fino al 2009.
Presto la Cobra, col suo gusto morbido e intrigante, divenne uno dei marchi di maggior successo nel Regno Unito, facendosi la parte del leone in più di 6 mila ristoranti indiani, a parte i pub e i supermercati. Ma cominciarono anche le esportazioni in oltre 40 paesi, con le “credenziali” delle medaglie d’oro conquistate ininterrottamente, dal 2001 al 2005, alla Monde Sélection di Bruxelles.
Poi le solite conseguenze finanziarie della recessione portarono, nel 2011, alla vendita del 50,1% delle azioni alla Molson Coors; mentre Karan Bilimoria diveniva presidente della joint venture Cobra Beer Partnership.
Dal 2014 la Cobra Beer viene prodotta principalmente a Burton upon Trent; in Belgio, presso la Rodenbach; a Patna, nello stato indiano del Bihar.
Attualmente la gamma si compone di tre birre.
Cobra Premium, premium lager di colore oro luminoso (g.a. 4,8%, in precedenza 5%). La capostipite, presentata in un’elegante bottiglia di vetro con i disegni a rilievo. Elaborata, secondo un’antica ricetta indiana, con aggiunta di mais e riso, viene sottoposta a doppio filtraggio. Con l’effervescenza contenuta, la spuma sottile non si rivela tanto copiosa. All’olfatto esala un debole malto, con qualche lontano richiamo di caramello, grano, pane, mela gialla. Il corpo medio presenta una consistenza piuttosto oleosa. Il gusto appare molto leggero, e alquanto dolce. Il luppolo, scarso all’attacco, si riprende discretamente verso il finale, con un’asciuttezza che lascia la bocca pulita e rende il prodotto piacevole e di facile beva.
Cobra Zero%, lager di colore oro pallido (g.a. 0,01%); versione analcolica della Cobra Premium, immessa in commercio nel 2005. Si propone, non solo ai musulmani, anche a giovani, donne, autisti, come bevanda rinfrescante del tutto innocua. Ha un’effervescenza media; schiuma spessa di medie dimensioni; aroma tenue, a base di mais, pane, foglie secche, anche con un accenno al tabacco; corpo sottile di trama acquosa; gusto con richiamo delle foglie secche e del tabacco; corto retrolfatto dolciastro.
King Kobra, imperial pils/strong lager di colore dorato e dall’aspetto lievemente intorbidito (g.a. 7,5%). Prodotta a contratto, prima, in Polonia, dalla Kielce Brewery, e, in Belgio, dalla Rodenbach, insieme; ora è appannaggio solo della Palm/Rodenbach. Per il Nord America prende il nome di Krait Prestige Champagne Lager. È l’unica lager al mondo in stile pilsner a doppia fermentazione. Elaborata con una miscela di malto d’orzo, grano e riso, viene confezionata in una bottiglia da champagne con tappo di sughero a fungo e gabbietta metallica. La carbonazione è piuttosto aggressiva; la spuma, alta ma di rapida dissipazione. L’olfatto, molto delicato, propone sentori di erbe, luppolo, mais, lievito, esteri fruttati. Il corpo tende al leggero, in una consistenza parecchio acquosa. Il gusto, inizialmente dolce, passa, in progressione, a note di pompelmo e limone, lievito belga, luppolo erbaceo moderatamente amaro. Il corto finale secco prelude a un discreto retrolfatto alquanto piccante.